E i Russi falliscono ancora…maledizione Phobos?

A pochi mesi di distanza dal fallimento del lancio della navetta Progress verso la ISS i russi falliscono ancora con Phobos-Grunt, la missione che avrebbe dovuto riportare a terra campioni prelevati dalla maggiore delle due lune marziane.


Sembra proprio un periodaccio per i colleghi russi del mondo dello spazio. Mentre riecheggia ancora nell’aria il fallimento del terzo stadio del vettore Soyuz-U che il 24 Agosto scorso ha fatto tremare gli astronauti delle varie agenzie spaziali (vedi l’articolo relativo), qualche giorno fa un altro brutto evento ha visto protagonista l’agenzia spaziale russa.

phobos grunt big

Fig 1 – Illustrazione artistica

Questa volta la missione non ha nulla a che vedere nè con astronauti nè con Stazione Spaziale. La Phobos-Grunt (in russo Фобос-Грунт) come dice il nome stesso è una missione pianificata per raggiungere il pianeta rosso, inserirsi nella sua orbita, raggiungere il maggiore dei due satelliti marziani, prelevare dei campioni di roccia e polveri e, molto ambiziosamente, riportarli sulla terra. Lanciata Martedì 8 Novembre scorso dal cosmodromo di Baikonur a bordo di un vettore zenit-2, dopo soli 11 minuti di volo la sonda si è immessa nella corretta orbita terrestre di parcheggio senza alcun tipo di problema. Per inserirsi nell’orbita parabolica di trasferimento che le avrebbe consentito di raggiungere Marte nel Settembre 2012 erano poi previsti due spari (due accensioni dei motori principali) che però, purtroppo, non sono avvenuti.

Non si sa ancora con precisione se l’inconveniente sia stato causato da un problema di hardware o di software, ma stando a ciò che dicono gli esperti russi sembra che la centralina BKU (il computer di bordo) non abbia dato il comando per innescare l’accensione dei motori a causa di un problema di assetto della sonda. A causa del cattivo funzionamento del sistema di assetto inoltre la sonda non è stata in grado di orientare i pannelli solari e l’unica fonte di energia che le permette di comunicare con la Terra sono le batterie di bordo che però, purtroppo, hanno solamente un paio di settimane di autonomia (inizialmente erano stati dichiarati 3 giorni di autonomia, ora sono diventate due settimane…mah…). Il tutto è complicato dal fatto che il downlink dei dati può essere effettuato solamente da Baikonour ed è quindi necessario aspettare che la sonda entri nel raggio d’azione delle antenne per poter inviare nuovi comandi per la sperata accensione.

Come si vede in Figura 2 la Phobos-Grunt è tutt’altro che piccola! Con le sue 13 tonnellate di massa, infatti, è ad oggi la sonda interplanetaria più grande mai lanciata.

phobos-grunt-big

Figura 2 – Mockup della Phobos-Grunt in scala 1:1

Questa grande sonda fungeva anche da taxi ad un mini satellite cinese di 125 Kg che, se la missione avesse avuto successo, avrebbe regalato alla Cina il loro primo satellite in orbita marziana. Oggi, ad ormai una settimana dal lancio, la sonda Phobos-Grunt è ancora intrappolata in orbita bassa terrestre e sembra non avere alcuna intenzione di comunicare con i tecnici di terra. A questo punto le possibilità di recupero sembrano essere sempre più esigue e la speranza di un improvviso risveglio si affievolisce giorno dopo giorno…anche se…mai dire mai! Se comunque la sonda marziana non dovesse riprendersi nemmeno nei prossimi giorni ci si troverebbe ad affrontare un altro problema: il rientro atmosferico. Infatti, a causa delle 10 tonnellate di combustibile ancora stoccate nei serbatoi e a causa del materiale radioattivo a bordo della sonda stessa, il rientro distruttivo potrebbe rivelarsi un po’ più problematico del previsto! Anche per via delle polemiche che ovviamente non hanno tardato a manifestarsi…

A quanto pare Marte rappresenta una sorta di “maledizione” per la Russia…dopo i primissimi fallimenti delle missioni Mars degli anni 60, dopo il fallimento clamoroso delle sonde Phobos 1 e Phobos 2 del 1988 e dopo il tuffo nell’oceano Pacifico della sonda Mars 96, altri 170 milioni di dollari potrebbero essere andati perduti in una sonda che probabilmente, oltre a non raggiungere la destinazione prevista, ci cadrà letteralmente in testa!

Staremo a vedere…

Informazioni su Davide Lamperti 7 Articoli
Nasce a Varese nel 1979. Si laurea nel 2004 in Ingegneria Nucleare ma la sua passione per l’astronomia e per tutto ciò che riguarda lo spazio lo spingono a proseguire gli studi con un Master di un anno e mezzo in Esplorazione Spaziale. Attualmente lavora a Torino presso Thales Alenia Space. Svolge analisi di supporto alle attività che gli astronauti compiono a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). In particolare si occupa da qualche anno del modulo spaziale Columbus. Anche se con i tempi che corrono è un’impresa quasi impossibile sogna tuttora di diventare come Paolo Nespoli.

I commenti di questo post sono in sola lettura poichè precedenti al restyling del 2012. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

14 Commenti

  1. Complimenti Davide per la news.
    Ogni volta che leggo un fallimento nella conquista dello spazio mi piange il cuore. Non vorrei si entri in un circuito per cui: fallimento di una missione => diminuzione soldi alla ricerca => maggiori difficoltà nella progettazione e realizzazione per budget limitato => minori probabilità di riuscita della missione => fallimento =>…. 🙁
    Nel caso fosse un errore SW immagino si possa aggiustare.

  2. Grazie Scevra.

    Un problema Software sicuramente è un qualcosa di gestibile, ma quando ci si aggiunge la difficoltà nelle comunicazioni il tutto diventa più difficile. Infatti un grosso problema che si sta ancora cercando di risolvere è costituito dai grossi serbatoi ancora pieni di propellenti che avrebbero dovuto essere espulsi una volta completata l’accensione per l’immissione nell’orbita di trasferimento. Purtroppo questi serbatoi sembra stiano bloccando le trasmissioni verso le antenne low-gain localizzate proprio nella stessa area della sonda. Fobos-Grunt, infatti, non è stata progettata per comunicare con la Terra prima dell’accensione e successivo spegnimento dell’ultimo stadio. Quindi se anche il problema Software fosse teoricamente risolvibile finchè non si riescono a ristabilire le comunicazioni non si va da nessuna parte…! 😕

  3. Avevo memoria che, in realtà, Marte nel suo complesso avesse una sorta di cattivo ascendente sulle missioni più ambiziose e sbandierate di qualunque paese vi abbia provato e, una rapido sguardo su Wiki me ne ha dato conferma. Quelle che hanno avuto più successo sono state le missioni della nuova era NASA, faster, better, cheaper, comprese e soprattutto Spirit, Oppotunity, Odyssey ed Express (ESA) tutte lanciate con programmi e intenti apparentemente sottotono (rispetto a quelle fallite) e poi, invece proseguite e realizzatesi ben al di là di quanto inizialmente “dichiarato”. Che sia questa la strada da seguire? Zitti zitti, facendo finta di nulla e dichiarando piccolissime ambizioni, portare una colonia di “asimo” su marte? Sa mai che Marte stia a sentire…

  4. Mi spiace per i simpatici progettisti russi, ma se le cose stanno così allora bisogna dare loro una bella tiratina d’orecchie: se i serbatoi bloccano le comunicazioni con le antenne, allora il problema non è dell’incolpevole software ma è un errore di progetto.
    Lo so che a posteriori è facile dire “dovevano prevederlo”, ma in un sistema così complesso già a livello di progettazione si devono coprire tutte le ipotesi possibili di funzionamento e di malfunzionamento: non ha senso che le comunicazioni siano interrotte perché c’è un’ostruzione davanti alle antenne riceventi!!!
    Tutte queste procedure di analisi DEVONO essere previste ed effettuate all’inizio ed in corso d’opera: da questo punto di vista alla NASA, ma anche all’ESA sono un tantinello più esperti…
    In questo caso dunque non si tratta di un problema software ma di un problema sistemistico.

    Poi dobbiamo considerare che la NASA ha un sistema di comunicazioni che prevede una copertura mondiale (la DSN, Deep Space Network): questo fatto, veramente costoso, consente però di poter comunicare con sonde lontane (ad esempio la Cassini, la New Horizons, ma anche le Voyager ed ancora le Pioneer) in qualunque momento. Sentir dire che c’è un’unica base che possa comunicare con la sonda “sotto casa” fa piangere un po’ il cuore: comunque però in questo caso ci sono i famosi serbatoi davanti e non ci sono DSN che tengano…
    Ma ora mi viene un dubbio: supponendo che la sonda riesca a partire e raggiungere Marte, le comunicazioni avvengono solamente con quell’unica stazione di Baikonur??? 😯
    Risparmiare sì, ma se si vogliono affrontare missioni importanti, non si può lesinare su certi dettagli: sta a vedere che dietro ogni fallimento di sonde Russe dalle parti di Marte non ci sono di mezzo improbabili e innocenti alienini verdi :mrgreen: , ma più prosaicamente una infelice scelta di modalità di comunicazione?
    😉

  5. Anche a me sembra un erroraccio da principianti, ma probabilmente ci sfuggono tutta una serie di motivazioni, di considerazioni e di trade-off che in fase progettuale hanno spinto i russi ad adottare questo tipo di Design! Magari per una questione di costi o non so…potrebbe essere dovuto ad un milione di fattori!

    Ovvio che adesso, con il senno di poi, viene davvero da dire “ma si può?!”…ma son sicuro che non si tratti nè di un errore accidentale nè di una svista…credo semplicemente che l’inconveniete in questione sia stato considerato come un “rischio accettabile”…a volte bisogna fare delle scelte… E a volte, purtroppo, le scelte possono non essere le migliori…

  6. Caro Lampo,
    per la meccanica quantistica dovrei aspettare ancora. Poco tempo e lavori ancora in corso a casa (uff… non finisce mai…).
    Aggiungi la bronchite, e i giochi sono fatti… 😥
    Ho invece già consegnato a Stefano lo scritto sulla radiazione di Hawking, in attesa di pubblicazione.
    E’ veramente un’argomento difficile e affascinante.
    Approfondendo le mie (misere) conoscenze, son venute a galla delle speculazioni fisico – matematiche al limite della fantascienza.
    Spero solo di essere stato chiaro…

  7. Riporto alcune notizie dal sito russo della sonda…
    Erano previste due antennone paraboliche da 64 e 70 metri per il collegamento con la sonda, una volta partita alla volta di Marte: si tratta di antenne adattissime quando la sonda è a grande distanza e non ha spostamenti laterali grandi rispetto all’allontanamento dalla Terra. Viceversa con la sonda in orbita terrestre è impossibile il tracking della stessa, che passa in meno di un secondo nel cono di visibilità delle antenne…
    L’unico altro sistema in grado di colloquiare con la sonda è quello di Baikonur, ma anche qui la situazione non è rosea in quanto il passaggio della sonda dura meno di sette minuti e proprio a causa della velocità, è presente un notevole effetto doppler nella rice-trasmissione dei segnali da e verso la sonda…
    Un tentativo che hanno fatto insieme ai tecnici dell’ESA è stato di allargare il cono di visibilità, riducendo così la potenza di trasmissione, ma… il personale tecnico di Baikonur ha detto che non avevano avuto tempo di impratichirsi con eventuali collegamenti (d’emergenza) e non avevano testato tutto il sistema…
    qui altro che tiratina d’orecchie: sarebbe d’obbligo il licenziamento in tronco dei responsabili che avevano pianificato le attività! 😯
    Comunque non appena la sonda è arrivata in vista di Baikonur i tecnici si sono affrettati a inviare comandi, ma non hanno ricevuto alcun segnale dalla stessa, anche perché non avevano ricevuto i dati di posizione della sonda da parte del team dei paraboloni… 😡
    insomma un pasticciaccio brutto con rimpallo di responsabilità (quasi all’italiana, oserei dire!) e solo al terzo passaggio sono finalmente riusciti a sentire la sonda.
    Sono state pure allertate altre stazioni radio dell’ESA, del CNES, a Kurou e a Perth, fornite dei dati di posizione della sonda e del codice da inviare, ma finora è successo poco o niente.
    In definitiva qui si parla di negligenze di fondo da parte dei responsabili, come avevo già detto nell’altro commento… tra l’altro non vengono mai citati i serbatoi! 😕
    davvero un peccato… 🙁

  8. Bisogna ammettere che sono stati parecchio sfortunati con quello che è successo però anche loro in effetti un pò di colpe ce le hanno….probabimente per questa missione hanno dato troppe cose per scontato dal punto di vista dell’affidabilità…e ora ne stanno pagando le conseguenze!

    Comunque c’è tempo ancora fino ai primi di Dicembre per cercare di recuperare sta povera sonda, ma ogni ora che passa la situazione si fa + delicata e diventa sempre + improbabile il recupero…anche perchè piano piano la sonda si allontana sempre più dalla sua orbita nominale…

    Se non dovessero riuscire a recuperarla entro i primi di Dicembre hanno appena confermato che il rientro distruttivo in atmosfera terrestre dovrebbe avvenire verso i primi di Gennaio..

  9. @tutti gli interessati
    per chi volesse osservare (anche a occhio nudo 😉 ) lo spostamento nel cielo della Phobos Grunt, sul sito (oramai notissimo)
    http://www.heavens-above.com
    si trovano gli orari dei passaggi…

    PG non è luminoso come la ISS o gli Iridium Flare, dato che al massimo arriva a magnitudine 1.3 , ma ci si può accontentare e con un cielo non troppo illuminato si dovrebbe riuscire comunque a osservare.

  10. Questa è la seconda barzelletta dell’uomo, dopo le guerre e i popoli che muoiono di fame su questa enorme “roccia” che ci ospita tutti. Vogliamo esplorare l’universo, ma COSTA troppo, che ridere, vogliamo esplorare l’unierso e ci siamo “auto ristretti” al denaro. Credo che esistano molti altri essee intelligenti nell’universo, ma non verremo mai in contatto con loro, perchè per viaggiare nel vuoto cosmico, (che non è propio vuoto) ci vorrebbe la magia invece della scienza, e se mi sbagliassi e un giorno troveranno un modo spero che comunque, se dovesse esistere un’altra civiltà senziente, non ne verremo mai in contatto, perchè siamo ridicoli. Esplorare lo spazio “costa troppo”, “ci vogliono molti soldi”. Non vi fa ridere questo? Vabè, grazie al blogger per aver pubblicato l’articolo.

  11. A Max:
    No, non mi fa ridere perchè oggi, con i tempi che corrono, anche
    vivere costa troppo……. Forse se l’ esplorazione spaziale non fosse
    stata sostanzialmente interrotta 40 anni fa voleva dire che la società
    era più giusta e ora stavamo meglio.