Incontri con gli alieni: dove, come e quando

Quando si parla di incontri alieni si aprono solitamente due strade: o quella degli UFO (non fa per noi) o quella statistica e di ricerca (molto più scientifica). L’articolo di oggi affronta l’argomento in termini ancora diversi e vuole mostrare dove potrebbero esserci degli alieni contattabili, quando potrebbe avvenire l’incontro (quanto meno via radio) e come si potrebbe ottenere, nel contesto dell’intero Universo.


Purtroppo sappiamo che l’invio e l’ascolto di segnali radio per stabilire un primo contatto con razze aliene è stato finora molto deludente. Lo studio dei pianeti extrasolari ci sta regalando la possibilità di selezionare eventuali buoni candidati verso cui inviare o ascoltare messaggi “intelligenti”. Dobbiamo solo aspettare e avere fiducia.

D’altra parte la statistica pone dei vincoli al numero probabile di compagni dello Spazio, così come le distanze in gioco impongono capacità tecnologiche forse, al momento, fuori della nostra portata.

Comunque sia la frase più ricorrente è la seguente: “L’Universo è enorme, vi sono miliardi e miliardi di stelle e di galassie. Chissà quanta vita esiste. Non possiamo certo essere soli. Prima o poi riusciremo ad avere un primo $contatto$”. Tutto perfettamente logico e basato su dati di fatto abbastanza ben comprensibili.

L’articolo di oggi vuole, però, fare un passo in più o -se preferire- completamente diverso. Lo scopo è quello di identificare gli effettivi “luoghi” nello spazio-tempo in cui potrebbero esistere gli alieni con cui si potrebbero avere dei contatti. Vedremo che esistono parecchi vincoli legati al dove e al quando il tanto atteso incontro potrebbe verificarsi, insieme ad altre restrizioni relative al come esso sarebbe possibile.

Prima di iniziare il nostro “gioco”, dividiamo in due categorie i contatti con gli alieni. Quelli che vedono i fratelli del cosmo come primi attori e quelli che invece vedono noi come parte attiva. Il risultato finale non sarà molto diverso, ma le modalità per arrivarci sicuramente differenti.

1. Gli alieni ci cercano e noi aspettiamo

In questa prima sezione vogliamo scoprire dove sono “coloro” che ci possono cercare, quando lo possono fare e con quali modalità. Noi siamo del tutto passivi.

Ormai abbiamo imparato a usare il diagramma a due dimensioni che riesce a schematizzare lo spazio-tempo in espansione. Siamo riusciti a farci spiegare molte cose da lui. Continuiamo, allora, ad utilizzarlo per questo nuovo scopo. Un po’ di concentrazione e sono sicuro che ci riusciremo. La prima parte della nuova avventura è rappresentata nella Fig. 1.

Figura 1

Figura 1

Al centro c’è il Big Bang (BB). Il tempo si misura su ciascuna retta passante per il BB e cresce verso l’esterno (come indicato dalle rette verdi, rosse e nera). Lo spazio si misura lungo le circonferenze di centro BB e raggio uguale al tempo. La Terra viaggia nel tempo lungo la retta nera. Queste rette le possiamo chiamare “rette di esistenza” o “linee di universo” (world lines) degli oggetti che le descrivono al passare del tempo e seguendo l’espansione dell’Universo.

Identifichiamo tre momenti molto particolari della nostra esistenza. La Terra nella posizione T1 (al tempo t1) corrisponde alla nascita della vita (circa 3,5 miliardi di anni fa). La Terra nel punto T2 corrisponde alla posizione che occupa oggi (t2t1=3,5 miliardi di anni). La Terra nel punto T3 (al tempo t3) rappresenta il nostro pianeta quando il Sole esploderà come nebulosa planetaria e si trasformerà in nana bianca. In quell’istante la vita sulla Terra, se già non si è esaurita prima, scomparirà. Questi tre punti pongono dei limiti molto forti allo spazio-tempo.

Lo spazio s1 al tempo in cui la Terra era in T1 è rappresentato dalla circonferenza verde. Quello odierno, s2 (Terra in T2), dalla circonferenza rossa. Lo spazio s3, al momento della fine della Terra, dalla circonferenza nera più spessa. Da quel momento, per noi (se non siamo scappati su un’altra stella), non esisterà più niente: né tempo né spazio e nemmeno ci importerà di sapere se esiste la vita su altri mondi. Il corpo e la mente umana non esisteranno più.

Queste sono le premesse. Adesso poniamoci una domanda: “Che posizione hanno nello spazio, al passare del tempo, gli alieni che potrebbero aver visto, possono o potranno vedere il sorgere e l’evoluzione della vita sulla Terra”. Solo in questi, probabilmente, può sorgere la curiosità di contattarci o di venirci a trovare. Prima del tempo t1 la Terra era senza vita o non esisteva affatto: non riscuoteva certo un interesse tale da pianificare un viaggio per raggiungerla.

Iniziamo, allora, dal momento del vagito della prima cellula vivente. Siamo in T1 e il nostro cono di luce è rappresentato dalle due curve verdi che passano per T1. Esso, come ormai sapete molto bene, rappresenta tutto ciò che noi riusciamo a vedere, ad un dato momento della nostra linea di esistenza, del passato del nostro Universo. Adesso, però, non c’interessa il passato, dato che vogliamo sapere dove stanno quelli che riescono a vedere noi da un certo tempo in poi. In altre parole, siamo noi che dobbiamo far parte del loro cono di luce.

Non è certo difficile, basta prolungare il cono di luce verde verso il futuro (T1 è visto dagli alieni solo nel suo futuro, così come T1 riesce a vedere (ma la prima cellula vedeva?) solo oggetti del suo passato). Per determinare questi fortunati (?) alieni in grado di vedere la vita sulla Terra, dobbiamo considerare la curva verde T1-S1’ (e T1-S1”). Ogni retta passante per BB che interseca queste curve rappresenta la linea di esistenza di un pianeta alieno che ha potuto o potrà vedere la Terra mentre era tra T1 a T3. I punti limite S1’ e S1” delle rette di esistenza verdi sono quelli in cui la Terra sarà vista in T1 al tempo t3. Essi, però, rappresentano gli alieni che vedranno la nascita della prima cellula sulla Terra proprio nel momento in cui in cui il nostro pianeta scomparirà. Ci dispiace per loro, ma se pianificheranno dei viaggi interstellati o intergalattici dopo S1’ o S1”, per veloci che possano andare, non ci troveranno più. Speriamo che le conoscenze astronomiche possano dirgli che la stella della Terra sta per esalare il suo ultimo respiro. E nemmeno servirà che mandino un messaggio: nessuno lo riceverà.

Mano a mano che le rette scendono, invece, verso la nostra linea di esistenza, gli alieni che stanno sui pianeti che le descrivono cominciano a vedere l’evoluzione della vita. Tuttavia, per vedere nascere un uomo intelligente (si fa per dire) devono vedere T2, ossia intersecare il cono di luce rosso del futuro di T2. Le rette che passano per S2’ e S2” sono quelle limite per questa possibilità. Chi sta su di loro vedrà l’uomo al giorno d’oggi, ma ci riuscirà proprio nel momento in cui egli scomparirà. Vale ancora di più il discorso fatto prima. Un viaggio alieno li porterà a non trovare più niente, anche se sono partiti pieni di speranze. Analogo discorso vale per eventuali segnali radio.

I due archetti vedi tracciati lungo lo spazio s3, rappresentano il luogo dei punti del suddetto spazio che sono riusciti in precedenza a vedere la Terra durante l’evoluzione della vita, fino all’apparire dell’uomo. Sarà sufficiente per loro pianificare un viaggio? Non so… tutto dipende dai soldi che avevano a disposizione. Io direi che difficilmente l’hanno fatto o lo faranno. Mandare segnali a cellule primitive sembra un po’ esagerato… (anche se in effetti avrebbe un senso conoscendo l’espansione dello spazio-tempo).

Solo coloro che stanno su rette meno inclinate di quelle rosse rispetto alla nostra (che tagliano s3 formando l’arco rosso S2’- S2”) vedranno evolvere la razza umana e potrebbero veramente volerci incontrare e poterlo fare prima della nostra fine. Mi sentirei di concludere che essi dovrebbero essere gli unici alieni pronti per viaggiare verso di noi. Non possono certo essere già in viaggio, se hanno aspettato di vedere l’uomo odierno. Oggi (tempo t2) sarebbero racchiusi nell’arco dello spazio s2 passante per T2 e compreso tra le rette rosse: decisamente piccolo.

Attenzione, però. Il tempo della loro scoperta dell’uomo sulla Terra sarà limitato a sinistra dal nostro cono di luce rosso futuro. Il tempo limite inferiore in cui potranno vederci varia, perciò, da retta a retta ed è definito dall’intersezione di ciascuna retta di esistenza con il cono di luce rosso della terra in T2.

Quanto detto lo possiamo vedere meglio nella Fig. 2. Lo spazio-tempo colorato in verde è quello in cui gli alieni potranno vedere la nascita della prima cellula e la sua evoluzione fino ad oggi. Lo spazio-tempo colorato in rosso è lo spazio-tempo in cui sono localizzati gli alieni che riusciranno a vedere la razza umana da oggi fino alla sua scomparsa.

Figura 2

Figura 2

Come vedete sono zone alquanto limitate, soprattutto la seconda, la più importante e probabilmente l’unica da tenere in considerazione.

Il problema è però ancora più complicato. A noi non basta che gli alieni ci vedano: vorremmo anche saperlo e riuscire ad avere il primo $contatto$! Senza avere un loro segnale di esistenza è come se non esistessero. Devono quindi mandarci un segnale e noi dobbiamo avere il tempo di riceverlo.

Il discorso fatto fino ad adesso potrebbe anche bastare solo se pensassimo che gli alieni siano in grado di superare la velocità della luce. Anzi solo se potessero viaggiare o inviare messaggi tra le stelle a velocità infinita. Un po’ troppo ottimista, direi. Meglio porre un limite anche agli straordinari compagni dell’Universo: la velocità della luce. Non è cosa da poco, visto che noi siamo ancora ben lontani da questa capacità. Oltretutto essa è il limite nel caso che volessero solo mandarci un segnale radio. Questa loro “limitatezza” restringe ancora di più lo spazio-tempo a loro disposizione

Gli alieni quindi devono accorgersi della vita sulla Terra e poi mandare subito un segnale (o mettersi in viaggio) alla velocità della luce per raggiungerci. Probabilmente lo faranno solo dopo aver visto che esiste una vita intelligente, capace di capire il loro messaggio. Tutto ciò deve essere fatto in modo che si facciano vivi prima che la terra giunga in T3, altrimenti nessun uomo potrà rendersene conto. In altre parole, le loro astronavi o i loro messaggi dovranno, al limite, arrivare in T3 seguendo il suo cono di luce passato. Esso infatti descrive l’ultima traiettoria possibile della luce per essere vista prima della scomparsa dell’uomo. In questo caso sarebbe un addio piuttosto che un “salve!”. Le zone dello spazio-tempo verde e rossa dovranno quindi essere tagliate verso l’alto dalla linea nera del cono di luce passato di T3, come mostrato in Fig.3

Figura 3

Figura 3

Ricapitolando, la luce di T1 (T2) viaggia lungo la sua curva futura verde (rossa) fino a incontrare il cono di luce del passato di T3. A quel punto gli alieni si devono muovere e seguire la curva nera fino a T3. Le zone di spazio-tempo plausibili sarebbe allora quelle rappresentate nella Fig. 3. In realtà, quella verde è poco probabile (gli alieni sarebbero partiti senza vedere comparire l’uomo). In conclusione si salva solo il quadrilatero curvilineo T2V’T3V”. Se ci sono degli alieni che ci vedranno, che ci vorranno contattare e che noi riusciremo a vedere o sentire devono essere compresi in quella zona dello spazio tempo. Piccola, ma solo apparentemente. Certamente, però, non possiamo dire che potremmo ricevere segnali da tutte le parti dell’Universo…

2. Noi cerchiamo gli alieni e loro aspettano

Proviamo adesso a vedere dove sono e quando e come si possono contattare alieni del tutto “passivi”. In questo caso siamo noi che li cerchiamo e che vogliamo avere conferma della loro esistenza come razza intelligente. Dovremo quindi scovare un pianeta che abbia segni di vita evoluta, mandare segnali o -meglio- andare “in loco” direttamente e poi ricevere la risposta o descrivere l’incontro a tutta la Terra. Solo così si è veramente stabilito un $contatto$ reciproco.

Consideriamo, ovviamente, di nuovo il nostro solito diagramma spazio-temporale (Fig.4). Questa volta, tuttavia, iniziamo con la Terra in T2. Infatti, prima di oggi nessuno sulla Terra poteva cercare amici alieni (nel nostro diagramma i pochi anni in cui abbiamo inviato segnali nello spazio possono essere considerati trascurabili rispetto al contesto generale).

Figura 4

Figura 4

Il periodo in cui potremo effettuare la nostra ricerca è limitato all’intervallo temporale t2-t3, ossia all’intervallo di linea di esistenza terrestre compresa nel segmento T2-T3. Prima non esistevamo, dopo saremo scomparsi. Tutto ciò che vediamo e vedremo provenire dal Cosmo deve essere compreso tra il cono di luce passato (rosso) di T2 e quello nero di T3.

Qualsiasi pianeta visibile, con probabile vita aliena, sarebbe ugualmente interessante per essere contattato o raggiunto? No di certo. Non tutti quelli che vediamo e vedremo sarebbero ugualmente favoriti: inutile cercare di contattare qualcuno che raggiungeremmo solo dopo la scomparsa della vita sulla Terra. Tranne che per gli astronauti che ci sono arrivati…

Qual è il limite spazio-temporale che ci permetterebbe ancora di tentare? Il pianeta deve stare su una linea di esistenza tale che il nostro segnale o la nostra astronave lo possa raggiungere prima che esso sia andato oltre lo spazio s3 al tempo t3. Questo limite si può facilmente costruire considerando la Fig.5, che è uno “zoom” sulla parte più interessante dello spazio-tempo.

Figura 5

Figura 5

Dobbiamo costruire i triangoli curvilinei di color verde. Consideriamo il pianeta G0 che vediamo in T2. Possiamo partire subito e lo raggiungeremo in T30 (seguendo ovviamente il cono di luce futuro di T2, di color rosso). Ce la faremmo proprio nel momento della nostra scomparsa. La stessa situazione capiterà per la Terra in T21, T22, T23 e T24 e per pianeti alieni in G1, G2, G3 e G4. Ognuno di essi sarà raggiunto in T31, T32, T33, T34, rispettivamente, seguendo i coni di luce verdi futuri corrispondenti. In tal modo, si costruiscono le due linee viola (e lo spazio-tempo dello stesso colore). Quello è il luogo dei punti di cui potremmo vedere l’immagine e che potremmo raggiungere prima che il Sole ci faccia sparire. Ovviamente, anche in questo caso dobbiamo ipotizzare di poter viaggiare alla velocità della luce. La situazione è riportata anche nella Fig. 6.

Figura 6

Figura 6

I pianeti visti nella zona spazio-temporale viola viaggiano sulla loro linea di esistenza e noi li potremo raggiungere nello spazio-tempo rappresentato dal triangolo curvilineo blu. Le due zone (viola e blu) sono strettamente legate tra loro dalla costruzione fatta in Fig. 5. Quella viola ci dice dove potevano essere i pianeti abitati al momento in cui li abbiamo visti, quella blu dove si troveranno gli stessi pianeti quando li raggiungeremo.

Tutto a posto? Non direi proprio. Anche ipotizzando di aver mandato un’astronave e che questa sia arrivata in tempo sul pianeta alieno, gli unici fortunati a sapere se esiste realmente la vita in altri mondi sarebbero gli astronauti. Se invece abbiamo mandato segnali radio, sapremmo soltanto che sono arrivati a destinazione, ma non avremmo nessuna risposta. Ci può bastare? Assolutamente no. Gli astronauti o gli stessi alieni devono almeno comunicarci la riuscita della missione. Per ricevere il loro messaggio (o per vedere tornare indietro gli astronauti con qualche compagno spaziale) dovremo aspettare che il segnale o loro stessi tornino sulla Terra, ovviamente PRIMA che essa scompaia per sempre. Il limite perché questo possa accadere è nuovamente dato dal cono di luce nero del passato di T3 (come già succedeva nel caso precedente, quando noi aspettavamo soltanto e si muovevano gli alieni). Lo spazio-tempo ammissibile si riduce allora solo e soltanto a quello della Fig. 7.

Figura 7

Figura 7

La zona spazio-temporale in cui potremo raggiungerli si riduce al quadrilatero curvilineo blu, che rimane comunque vincolato agli oggetti che siamo riusciti a vedere nella zona viola. Come vedete il risultato non è molto diverso da quello della Fig.3.

Sicuramente quello che abbiamo descritto è un gioco geometrico che è valido per un’espansione costante. Non facciamoci nemmeno ingannare dalle dimensioni ridotte delle varie zone spazio-temporali plausibili. Esse contengono comunque un numero enorme di stelle e galassie. Sicuramente molte meno di quelle contenute nell’Universo visibile o osservabile, ma sufficienti per non perdere la speranza.

In ogni modo, le disquisizioni fatte hanno sicuramente contribuito a farci comprendere meglio il diagramma spazio-temporale a due dimensioni che, nonostante i suoi grandi limiti, ci permette di rappresentare moltissime cose. Spero non abbiate avuto grosse difficoltà a seguire i vari passi delle due avventure di noi verso gli alieni e di loro verso di noi.

Può anche darsi che abbia commesso qualche errore, ma spero vivamente -anzi sono sicuro- che me lo farete subito sapere! Solo in questo modo potremo arrivare a ottimizzare l’intera trattazione. Ci conto, eh?!

Sappiate, comunque, che con lo stesso diagramma potremo ancora studiare altre situazioni poco chiare e lo faremo quanto prima. Notate che ho usato il plurale… ma non è un plurale “maiestatis”. Esso è dovuto solo al fatto che spero di essere aiutato da voi a migliorare questi articoli sullo spazio-tempo. Vedremo poi di metterli tutti assieme secondo un filo logico in modo che possano servire per cancellare molti dubbi e/o confusioni.

Aiutatemi!

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58 Commenti

  1. a tal proposito vorrei segnalare il libro di stephen webb: “se l’universo brulica di alieni…dove sono tutti quanti”…un libro che analizza 50 ipotetiche souzioni al cosidetto paradosso di Fermi…ve lo consiglio vivamente..è un libro ben fatto.

  2. al di là dei concetti fisici o matematici, che il buon enzo ha esposto in maniera sublime anche per i non addetti ai lavori, leggendo parecchio riguardo questo argomento, ho constatato di quante variabili si hanno bisogno per definire l’esistenza di vita extraterrestre e la sua eventuale evoluzione verso l’intelligenza, che renda gli alieni capaci di mandare e ricevere segnali. queste condizioni sono necessarie per un eventuale contatto di qualsiasi tipo. bisognerà rendere molto più efficaci le tecnologie di rilevamento per identificare buoni indizi ( per esempio: la presenza di ozono può aumentare la probabilità della vita extraterrestre) e rendere la ricerca di conseguenza più efficace.
    entrare in contatto con una civiltà aliena potrebbe rivelarsi un colpaccio se nel caso gia questa civiltà sia entrata con altre e quindi entrare in una rete galattica (questo l’ho letto se non sbaglio sul libro che vi ho consigliato prima).
    forse sono andato un pò fuori tema.chiedo scusa :mrgreen: :mrgreen:

  3. caro peppe,
    il mio è solo un modo per vedere le possibilità di contatto ammettendo che tutti siano in grado di ricevere e comunicare come noi. una scusa per affrontare di nuovo e in modo diverso la rappresentazione piana dello spazio-tempo. Nessun’altra pretesa…

  4. infatti mi sono scusato di essere andato abbastanza fuori tema :mrgreen:
    sai com’è? mi lascio facilmente trasportare su questi argomenti :mrgreen: :mrgreen:

  5. Lo so, lo so peppe, ti conosco ormai bene 😛 … volevo solo aiutare a non finire prima o poi sugli … UFO. Sai com’é… si fa in fretta a scivolare… :mrgreen: :mrgreen:

  6. Permettete un commento poco ortodosso dal punto di vista scientifico? Interessandomi di ufologia da più di venti anni, avendo esaminato molti rapporti di avvistamento tra i quali alcuni provenienti da piloti civili e militari (con tanto di tracciati radar inequivocabili), forze dell’ordine e anche qualche astronomo/astrofilo mi sono fatto la convinzione che “qualcuno” è già stato/è qui. Magari non personalmente ma con delle sonde automatiche. Il progetto di ricerca di Richard Haines, un ricercatore NASA, su 64 rapporti di avvistamenti fatti da piloti con presunti effetti elettromagnetici sulle apparecchiature degli aerei, è secondo me illuminante al riguardo: vi si trova di tutto ed è tutto molto interessante, apre a nuovi scenari. Anche se mi rendo conto non ha molto a che fare con questo sito, ve lo consiglio caldamente.

  7. Ottimo articolo, complimenti! Internet secondo me ha un disperato bisogno di ipotesi serie e scientifiche in materia, esattamente come proposto in questo articolo, che permettano alla gente di avvicinarsi alla tematica senza impersonare l’agente Mulder di X-Files e consentirgli invece di mettere in moto la “materia grigia” invece che “le credenze sui grigi” …
    E youtube, manco a dirlo, è piena zeppa di effetti lenticolari e riflessi sui vetri spacciati per altro…

  8. Caro Enzo,
    bellissima e chiara esposizione!!!…..ma se tenessimo conto del ponte di Einstein-Rosen, come cambierebbero le variabili e le probabilita’?

  9. caro Marco,
    e chi può saperlo? Anche perchè le scorciatoie non sono per definizione quantificabili… tuttavia, l’esistenza di “passaggi” attravreso buchi neri-bianchi può anche essere vera, ma ben difficile sarebbe passarci o inviare segnali attraverso di essi… Direi quindi che possiamo tranquillamente non tenerli in conto… 😉

  10. grazie Alfonso,
    dici molto bene. E’ già misterioso l’Universo conosciuto e sconosciuto che non vi è assolutamente bisogno di inventarsi Ufo e cose del genere…. 👿

  11. Grazie Enzo per l’articolo illuminante, per averci chiarito che è tutta questione di spazio-tempo se abbiamo difficoltà a scoprire altre forme intelligenti di vita e comunicare con loro, sempre che esistano naturalmente, tenendo conto di tutte le altre variabili di cui abbiamo sempre discusso.
    In parole povere “potremmo non avere tempo” o comunque “non coincidere con i tempi”.
    Ciò che dice Marco sarebbe veramente interessante ma dimostrabile ? Ancora un po’ vago mi sembra o sbaglio?

  12. caro Mario,
    sai l’articolo ha più che altro lo scopo di spiegare sempre meglio le caratteristiche dello spazio-tempo e dei coni di luce. Ho utilizzato gli “alieni” per chiarire molti concetti magari ancora un po’ tenebrosi negli articoli precedenti…
    Non sarà l’ultimo… ne ho almeno un altro in programma e poi magari li mettiamo tutti assieme per avere un quadro generale. Che ne dici?

    Ciò che dice Marco può essere valido teoricamente. Tuttavia, sempre che i “buchi del verme” esistano davvero e siano tunnel tra punti diversi dello stesso Universo, dubito molto che qualcosa possa passarvi attraverso, compresi segnali di qualsiasi lunghezza d’onda (teniamo conto che il tempo si azzera e molte altre cose…).
    Accontentiamoci di alieni come “noi”…. e continujiamo a sperare. In fondo, lo spazio-tempo che ho illustrato è sempre enormemente grande… 😉

  13. Bellissima ed elegante spiegazione. Finalmente un modo empirico di trattare l’argomento. E bravo Enzo 😉 😉 😉 Una speculazione: se l’universo è ciclico e gli ultimi esseri straordinariamente intelligenti di quello precedente al nostro siano riusciti a trasferire una sorta di imprinting nell’universo attuale, a livello di evoluzione genetica nella vita intelligente, che spinga ad esplorare e ad aggregarsi, proprio allo scopo di avere più possibilità di sopravvivere al suo inevitabile disfacimento? 😯 😯 😯

  14. L’articolo è come al solito interessantissimo e molto chiaro, però non era proprio quello che mi aspettavo riguardo agli alieni. Pensavo che si sarebbe trattato dei luoghi nello spazio in cui era possibile lo sviluppo di forme di vita aliene, intelligenti o meno. Ad esempio mi ha sempre intrigato la possibilità di vita nelle atmosfere dei pianeti giganti. Ai sostenitori degli UFO e in particolare delle testimonianze dei piloti vorrei far notare che i piloti, di fisica dell’atmosfera e astronomia sanno poco o niente, insomma le loro testimonianze non sono più affidabili di quelle di gente comune anzi, visto che sono sottoposti a stress elevati, soprattutto quelli militari, è vero il contrario ed è probabile che prendano le famose lucciole per lanterne. E poi chi si farebbe almeno qualche anno luce di viaggio per poi non contattare nessuno? Colombo non si è mica limitato a costeggiare l’America e idem tutti gli altri esploratori. Se veramente un domani un’astronave aliena arrivasse sulla Terra ce ne accorgeremmo di sicuro e speriamo non siano come noi altrimenti sarebbero guai visto che tutte le volte che una civiltà più avanzata tecnologicamente ne ha incontrata una meno avanzata la seconda è finita male.

  15. caro Luca,
    e se ti dicessi che l’imprinting c’è ed è evidente? Quale: la volontà di scoprire e di conoscere. Perchè no? Speculazione per speculazione….ovviamente! :mrgreen:
    Caro Mario,
    mi spiace che ti aspettavi altro. Ti spiego però le motivazioni che ci fanno escludere argomenti come quello a cui ti riferisci. Innanzitutto, ne sappiamo ben poco, anzi praticamente niente. Sarebbero solo speculazioni fini a se stesse, almeno per adesso. L’unico posto in cui possiamo prevedere la vita è quello simile al nostro. Non abbiamo altre evidenze.
    Inoltre, questo tipo di discorso rischia sempre (e ne abbiamo già esperienza) di cadere nella solita storia UFO sì UFO no. Preferiamo evitarli piuttosto che dover poi sospendere i commenti. Se ci fossero dati scientifici veri sui vari tipi di vita, ne parleremmo sicuramente. Speriamo arrivi qualcosa di concreto, prima o poi…
    OK? 😛

  16. Caro Enzo, visto che ho messo una pulce nel tuo orecchio, continuiamo a speculare:

    guarda questo link:

    http://stressossidativo.blogspot.com/2011/01/il-dna-questo-sconosciuto.html

    e poi questo:

    http://www.tomshw.it/cont/news/batteri-intelligenti-che-cifrano-e-memorizzano-i-dati/28739/1.html

    Che cosa se ne deduce?

    Nel capitolo “DNA spazzatura” del primo link si scrive:”Nella sequenza di queste triplette esiste una struttura definita e logica, come un linguaggio biologico…”
    e nel secondo si descrive l’utilizzo del DNA dell’Escherichia Coli per memorizzare una serie di dati (ben 90Gbyte per grammo).

    La correlazione possibile è che una parte de nostro DNA abbia già funzione di archivio SMS, messaggi da uno sconosciuto mittente (il Creatore?) che si preservano perlopiù intatti dall’inizio dell’era biologica. Oppure questa “struttura definita” null’altro è che il prodotto casuale di permutazioni genetiche. Curioso è il fatto che gli automi cellulari di Wolfram (altra scoperta matematica degli ultimi anni) arrivino a generare schemi molto complessi dopo n permutazioni indicando loro semplicissimi passaggi logici. Se rapportati alla genetica la possibilità casuale semprerebbe rilevante, però non ne sono convinto. A forza di speculare sono tutto un riflesso 🙂

  17. caro Luca,
    stiamo attenti a non estrapolare troppo. Sicuramente la Natura ha leggi e schemi per noi ancora sconosciuti. Siamo ancora all’ABC. I ricordi, le mutazioni, le logiche derivano da miliardi anni di scelte, di selezioni, di miglioramenti. Noi vediamo una frazione di secondo della storia dell’Universo e delle sue forme più complesse. L’unica realtà e che NON sappiamo e che dobbiamo affrontare la Scienza con l’umiltà e l’onestà di chi è una parte infinitesima del tutto. Certi meccanismi forse non li capiremo mai. Questa parte possiamo chiamarla fede, incapacità, limitatezza, ma ciò che è sempre bello è provarci con onestà e modestia. Ho scritto da poco l’articolo su Fibonacci e i numeri che si ripetono. Anche quello è un mistero meraviglioso, forse negato alla nostra mente, ma che comunque ci fa gioire di pensare e di emozionarci. Dovrebbe bastarci… 😛

  18. Se mai entreremo in contatto con gli alieni (sempre che esistano…), speriamo che questo avvenga quando avremo la capacità tecnologica di ricacciarli indietro a pedate nel caso fossero aggressivi. 😛

    … oppure, se primo contatto deve essere … che sia almeno via radio. Ognuno a casa sua … 😆

  19. Ok Enzo, anche se mi concederai che anche qui sulla Terra la vita si trova in ambienti nei quali noi moriremmo in qualche secondo, tipo le sorgenti termali sottomarine. Voglio dire che anche sul nostro pianeta vi sono ambienti dove non tutte le forme di vita possono sopravvivere, quindi cosa intendiamo per “un posto simile al nostro”?
    @ agvz: come ha ricordato Enzo la velocità della luce è un grosso limite con le distanze cosmiche: poniamo che si sia fortunatissimi e si trovi qualcuno in grado di comunicare con noi via radio dal sistema di Alfa Centauri: tra l’invio del segnale e la ricezione della risposta passerebbero circa 8 anni! Nel frattempo cambierebbero i governi e quindi gli stanziamenti e al momento dell’arrivo della risposta degli alieni potrebbe non esserci più nessuno ad ascoltare. Verosimilmente però alieni intelligenti saranno molto più distanti, decine o centinaia di anni luce, quindi le possibilità di comunicare scendono a zero. Solo l’ipotesi fantascientifica alla Star Trek permetterebbe un continuo scambio di informazioni.

  20. Ancora per agvz: potrebbero non essere aggressivi, anzi gentilissimi, ma la forza della loro cultura essere così grande da spazzar via la nostra. Molte culture della Terra che si sono perse o si stanno perdendo non sono state minacciate militarmente, è bastato il contatto col nostro modo di vivere perchè quello tradizionale venisse abbandonato. Oppure pensiamo ai missionari cristiani: non sparano a nessuno, però la loro presenza e il loro esempio bastano a far abbandonare le credenze locali ai popoli con cui sono venuti in contatto. E’ questo il vero pericolo, un’assimilazione indolore e contro cui non ti puoi difendere perchè non la riconosci come un’aggressione. Se uno ti spara lo capisci subito che è tuo nemico, se ti parla di come si vive bene vivendo come fa lui no.

  21. A Mario Bioletti vorrei far osservare come i piloti, sia civili che militari, sono molto più abituati ad osservare il cielo e ciò che lo attraversa delle gente comune, la loro testimonianza è per forza di cose più affidabile di noi comuni mortali, certo non si fanno prendere facilmente dall’isteria scambiando Venere per un oggetto volante non identificato! Credo tu sappia che vengono sottoposti ad esami medici periodici per attestarne l’idoneità al volo e di come assai raramente si lascino andare a confidenze su strane cose viste in cielo, per timore di essere messi sotto inchiesta e lasciati a terra. La loro testimonianza unita alle evidenze fisiche come il malfunzionamento, totale o parziale, temporaneo o permanente, di alcune apparecchiature di bordo, gli echi radar e quant’altro, concomitante con stranissime osservazioni dovrebbero farci pensare. Non dare per scontato inoltre che siano tutti a digiuno di fisica o astronomia. Credimi non è per niente facile smontare la credibilità dei loro rapporti di avvistamento.

  22. Per Gabriele: i piloti il cielo lo guardano molto poco, meno di me e te perchè sono concentrati sul velivolo che pilotano e i suoi strumenti. Mi pare inoltre che siano abbastanza ciarlieri su ciò che vedono altrimenti non ci sarebbero tutti i libri sugli avvistamenti fatti da piloti che ci sono. In più siamo ben lontani dal conoscere tutti i fenomeni atmosferici e i loro effetti sulle nostre macchine. Comunque come al solito ha ragione Enzo: quando si parla di alieni c’è sempre qualcuno che tira in ballo gli UFO e la discussione degenera tra UFO si UFO no.

  23. “Ormai abbiamo imparato a usare il diagramma a due dimensioni che riesce a schematizzare lo spazio-tempo in espansione. Siamo riusciti a farci spiegare molte cose da lui. Continuiamo, allora, ad utilizzarlo per questo nuovo scopo. Un po’ di concentrazione e sono sicuro che ci riusciremo.”

    😯 😥 👿

    E va beh…adesso sposto il neurone da “pigramente intuitivo” a “scarsamente volenteroso” e vediamo se cambia qualcosa nella seconda lettura…

  24. Ciao Enzo, forse è una domanda stupida, ma in termini numerici a quanto equivale il raggio massimo entro il quale vi possano esistere alieni che ci hanno visto evolvere e ci possano raggiungere?
    credo che il tutto si riduca a una formula…

  25. Mario non concordo su quanto sostieni in relazione al tempo dedicato dai piloti alla osservazione del cielo, ma comunque la mia è solo un’opinione. Affermi che sono ciarlieri in merito alle loro esperienze ma ti posso giurare che non è affatto così, inoltre i libri sugli avvistamenti fatti da piloti si contano sulle dita di una mano perché è un campo poco esplorato. Spero comunque di non aver fatto degenerare la discussione e di non averla portata al dilemma troppo riduttivo UFO sì UFO no, ma al contrario di avere instillato qualche dubbio nelle menti degli amici del sito. Io non sono uno scienziato ma nel mio piccolo affronto con spirito scientifico quella materia così magmatica che viene chiamata ufologia. Purtroppo scorgo a volte negli addetti ai lavori, parlo degli astronomi, dei fisici ecc., una chiusura mentale che non ci si aspetterebbe da uno scienziato, una chiusura mentale che butta a mare, con risate di compatimento e in maniera pregiudiziale, la testimonianza umana quando raggiunge certi livelli di stranezza e non rientra nei soliti schemi. Ringrazio comunque lo staff per non aver cancellato i miei contributi così poco ortodossi (ma soprattutto modesti scientificamente) 🙂 .

  26. Caro Gabriele, la testimonianza umana vale un fico secco, come è stato dimostrato moltissime volte in moltissime aule di tribunale. Al contrario di cosa pensiamo di noi stessi, non siamo assolutamente imparziali, siamo molto condizionabili, e ciò che vediamo o crediamo di vedere è sempre un risultato dell’interpretazione che il cervello fa in base a precedenti esperienze e conoscenze. Le apparizioni di UFO sono come quelle di santi e madonne: padronissimo di crederci ma non cercare di convincermi che sono reali sulla base dell’autorevolezza dei testimoni perchè vai a sbattere contro un muro, e questa non è chiusura mentale ma semplice buonsenso. Il mondo è pieno di gente che vede di tutto: dinosauri, yeti, ufo, mostri marini, ecc. Denominatore comune: non c’è uno straccio di prova degna di chiamarsi tale ma solo testimonianze o foto sfuocate. Troppo poco. Se vuoi sostenere ipotesi straordinarie devi portare prove straordinariamente solide, altrimenti rassegnati ai sorrisi di compatimento.

  27. Mario quando ho tirato in ballo il valore della testimonianza umana pensavo proprio ai tribunali come hai fatto tu: a volte viene tenuta in grande considerazione (si distribuiscono bellamente le sedie elettriche sulla base di testimonianze a dir poco labili) a volte no (testimonianze inoppugnabili vengono smontate), non sarei quindi così categorico sul fatto che non vale nulla, la nostra vita si base quotidianamente su ciò che ci viene riferito da altri e non sempre dimostrato (anche nell’ambito delle scienze fisiche). Non pretendo di convicerti che le apparizioni di ufo sono reali in base alla autorevolezza dei testimoni, nemmeno io ci credo a priori. Quando però vedo un tracciato radar il discorso cambia registro perchè si tratta di una testimonianza radar-visuale. Non esistono prove come dici tu “degne di chiamarsi tali” ma sicuramente prove indiziarie. Ne ho incontrate tante e se aveva ragione Agatha Christie… Aggiungerei anche che rifiuto l’equazione UFO=astronave extraterrestre ma ricordo sempre agli amici che ufo significa oggetto volante non identificato, quindi qualsiasi cosa che non si riconosce: una volta anni fa fui svegliato di notte da un tizio agitatissimo che diceva di vedere qualcosa di strano; arrivato sul posto mi accorsi che mi stava indicando Vega… Non la riconobbe per ciò che era perché le nuvole la velavano in maniera particolarissima.

  28. perche lo scritttore scientifico spaziale adopera modalita restrittive come e quando per la realta alieni—dico– ripetiamo da decenni se non da oltre mezzo secolo le stesse cose, non lo ripeto a lei la conclusione.–ricordo dischi volanti e solo realta, oggetti non identificati– è realta— alieni è realta tutti dimostrativi,—e allora —lei pone nella lettura un tipo di rettorica sembra d,accordo col vaticano ,,-antonio se vuole che dico di piu posso sostenere le tesi che la NASA riduca del 50 per cento le spese per i pianeti solari nostri, e produca un veicolo a velocita tripla oltre la luce, come quei veicoli che non siamo mai riusciti a identificare.nelle nostre zone—-piu di una volta–ti va—grazie antonio

  29. Bellissimo articolo,complimenti,quindi se degli esseri viventi utilizzassero il nostro stesso modo di comunicare(quindi escludendo metodi a noi sconosciuti)
    quindi una tecnologia simile alla nostra, si trovassero entro il pezzettino di cono di luce,forse potremmo entrare in contatto con loro.In parole povere è meglio continuare ad esplorare il creato senza dannarci per gli UFO!
    😆
    Notte!

  30. Condivido l’articolo e la teoria dell impossibilita di passare attraverso i buchi. Ma se il tempo e lo spazio sprofondano saremmo noi a rallentare e non andremo piu veloci usando tali curve!?

  31. PER TUTTI (o quasi…):
    come temevo la maggior parte dei commenti va a finire tra gli UFO. Il succo dell’articolo era ben diverso: capire quale parte dell’Universo può essere recepito pur viaggiando alla velocità della luce (gli alieni servivano solo per poter rimandare indietro informazioni). Un discorso di carattere ipotetico e pratico per fissare certi paletti. Vorrei che tornassimo su quella visuale. 😉

    caro Simone,
    la tua domanda è azzeccata e cercherò di quantificarla magari con un disegnino aggiuntivo. Abbi un po’ di pazienza…. 😀

    PER TUTTI TUTTI,
    domattina parto per una settimana. farò un po’ di fatica a rispondere velocemente a tutte le domande. Abbiate un po’ di pazienza e al mio ritorno cercherò di rispondere a tutti… 😳

  32. Sull’interesse dell’articolo nulla daeccepire ed anche sui commenti, ampiamente interessanti e stimolanti.
    Enzo a colpito nel segno come al solito: partendo da un esericizio per farci prendere dimestichezza con lo spazio-tempo siamo giunti ad un dibattito profondo anche con risvolti sociologici se non addirittura filosofici.
    Partiamo dal bellissimo dibattito tra l’altro Mario e Gabriele, ci porta a capire (dicendo i due nostri amici di viaggio cose simili da prospettive diverse) che qualcosa accade, qualcuno ha visto, molti hanno preso (più o meno deliberatamente) lucciole per lanterne (o come si dice dalle mie parti fischi per fiaschi), qualcuno (più o meno qualificato ma pur sempre essere umano) ha visto veramente qualcosa; aldilà della fantascienza ci sono limiti indiscussi che impediscono quasi tutto e quindi è molto probabile che vi siano fenomeni ancora sconosciuti o , al più, mal capiti.
    Ora vorrei fare qualche “volo “socio-filosofico” anche io, perdonatemi.
    Per agvz e Mario B.
    E’ vero che potrebbero essere ostili ipossibili alieni, è anche vero che sulla nostra piccola Terra civiltà (o presunte tali) hanno fagocitato (molto spesso in malo modo) altre civiltà; ma se fosse invece destino dell’umanità finalmente cambiare un pochino , evolversi mentalmente ed accettare nuove idee, nuove prospettive, nuovi stimoli, nuove sfide, lasciando comunque le diversità di ciascuno libere e stimolanti.
    Tranquilli non faccio parte di qualche misteriosa setta o pseudo religione, solo elucubrazioni, fantasie ed esercizi per la mente: ora torno con i piedi per terra come al solito.
    A presto.

  33. per Mario Fiori ed altri…

    in fondo, nella descrizione dell’articolo, vi è anche una risposta alla visione psicologica, sociologica e filosofica: si ammette chiaramente che sia noi che gli “altri” rispondano subito senza dubbi e profondi dubbi. Questo è l’unico modo per avere contatti. Tutto il resto, secondo me, non accadrà mai. L’Universo non permettera infezioni da parte di un tentativo più o meno riuscito di allargarsi oltre i suoi limitati confini… se non sono ben chiare le ipotesi di partenza. Io mi fido di più dell’essenza costruttiva dell’Universo che non di quella (eventualmente) distruttiva di una singola razza…

    Ma ci sono problemi sulla descrizione dei coni di luce e dei limiti spazio-temporali? Questo mi interessa perchè non credete che sia finita così la musica spazio-temporale!!! 😈 :mrgreen: :mrgreen:

    Dobbiamo digerirla ben bene per andare ancora avanti… E magari farvi anche delle domande… eh eh eh… 😈 😈

  34. Nooooo, l’interrogazione nooooo! Scherzi a parte…( perchè stavi scherzando vero Enzo ???) Il succo del discorso dell’articolo è chiaro, almeno, credo di averlo chiaro. Meno chiaro mi è il motivo tecnico per cui nel tuo diagramma ( lo possiamo chiamare così? ) ci sono quelle linee curve e non altre: non ne ho altre da proporre, ben inteso ma, quello che mi chiedo, è perchè non più strette o più larghe? C’è un arcano segreto ( matematico presumo )?

  35. caro Andrea,
    quelle linee curve altro non sono che i “coni di luce” del nostro passato e del nostro futuro. Esse rappresentano il luogo dei punti nello spazio-tempo che possiamo vedere e che ci potranno vedere in una dato momento. In altre parole le traittorie descritte dalla luce che giunge a noi e che da noi va verso il futuro.

    Dovresti andare a leggere (o a rileggere) gli artcoli passati sullo spazio-tempo dove le abbiamo costruite e anche già usate… Senza quelli diventa ben difficile comprendere i vari diagrammi 😕

  36. Andrea…
    se invece intendi perchè le ho fatte un po’ più strette o un po’ più larghe…beh, quello è un discorso “occhiometrico”, in quanto non ho usato le esatte formule, ma solo un’approssimazione geometrica. Il succo comunque non cambia. Tenete però conto, e qui in fondo ci sta anche una domandina per voi, che le dimensioni dello spazio-tempo plausibile sembra solo piccolo perchè raffrontato con l’intero universo. Oltretutto nella figura NON SI SA quanto sia veramente grande l’Universo (non vi è scala dello spazio, ma solo del tempo). Come si farebbe per comprendere quanto è grande lo spazio? Per il momento non è importante, ma ci torneremo…
    Digerite bene la figura e magari riuscieremo anche a migliorarla tutti assieme… ma neinte UFO mi raccomando!!!!

  37. Articolo interessantissimo e affascinante, tanto che mi è venuta voglia(qualora fosse fattibile) di intraprendere un viaggio nello spazio anche rinunciando a ritornare sulla terra e a segnalare le scoperte fatte.
    Troppo egoista?…..noooo!!!!!! forse troppa fantasia.

  38. Per come la penso io,la situazione e la seguente:
    1 le civiltà aliene di certo esistono fosse anche solo x l’immensità dell’universo
    2 certamente esse ho non hanno interesse nei nostri confronti ritenendoci arretrati oppure gli arretrati sono loro
    3 e la stessa grandezza del cosmo ad impedirci di venirne in contatto,salvo tecnologie speciali ne essi ne noi potremmo mai comunicare
    Fatemi sapere la vostra ok Ciao! :mrgreen:

  39. @raffaele
    secondo me dobbiamo rafforzare e rendere più efficaci le tecnologie di ricerca..

  40. Enzo, riguardando i grafici ho trovato un punto debole nella tua trattazione, o meglio un eccesso di ottimismo. Il tuo punto T3 è il momento in cui il sole diventerà una gigante rossa facendo sparire la vita sulla Terra e forse la Terra stessa. Questo evento secondo le stime più pessimistiche, correggimi se sbaglio, avverrà tra 500 milioni di anni, secondo gli ottimisti qualche miliardo di anni. Ebbene, è impossibile che la nostra specie sopravviva così a lungo. Tutta la storia dell’evoluzione sul nostro pianeta ci insegna che più una specie è evoluta meno dura. Gli archea sono sul pianeta dall’inizio, noi appena da 200.000 anni. Il punto T3 dovrebbe essere posto perciò molto più vicino, un periodo uguale a quello che ci separa dall’invenzione dell’agricoltura dovrebbe andare bene, cioè 10.000 anni, un periodo 50.000 volte più breve. Le aree da te individuate come possibili si ridurrebbero drasticamente. Alla fine una sfera di 5000 anni luce centrata sul nostro pianeta probabilmente è lo spazio utile per cercare alieni tecnologici, sfera che si riduce man mano che passa il tempo, quindi una piccola frazione della nostra galassia. E ora due considerazioni storiche – sociologiche: 10.000 anni o anche solo 5.000 sono un tempo enorme. Solo negli ultimi 1.000 anni non solo sono cambiati governi ma sono scomparsi interi stati e addirittura alcune civiltà sono sparite completamente. L’unico programma serio per cercare alieni, il SETI, si è visto togliere i finanziamenti dopo pochi anni e adesso va avanti solo grazie agli appassionati. Realisticamente la sfera si ridurrebbe a pochi decenni. Aspettare una risposta per cinquant’anni sarebbe già molto. Quante sono le civiltà extraterrestri entro i 25 anni luce da noi? Zero. E lo stesso discorso si può fare per gli alieni: anche le loro civiltà saranno soggette ai nostri stessi problemi e avranno perciò durata limitata. In breve: è difficile che due civiltà siano più o meno allo stesso livello nello stesso tempo in uno spazio relativamente ristretto. Magari su Proxima Centauri c’è una fiorente civiltà medievale ma non lo sapremo mai perchè fra mille anni, quando anche loro avranno la radio, noi saremo spariti o non la useremo più. Inoltre come è già stato scritto più volte su questo sito le distanze spaziali sono così grandi che anche la velocità della luce è poca cosa, perciò la radio è assolutamente insufficiente per mantenere contatti anche solo con le stelle più vicine. Le uniche due soluzioni realistiche sono anche fantascientifiche: o noi o loro costruiamo un motore a curvatura o simili; tutti e due troviamo un sistema di comunicazione i cui segnali viaggino molto più velocemente della luce. Nel secondo caso bisogna essere in due perchè è inutile inviare un segnale velocissimo se l’altro non ha gli strumenti per captarlo. Per come la vedo io insomma o un bel giorno spunta un’astronave aliena o dobbiamo rassegnarci a cercare batteri e simili nel nostro sistema solare, il che non vuol dire che non si possano trovare organismi viventi molto interessanti.

  41. @mario
    io non credo che “più evoluta” aia il termine più adatto bensi
    la specie che più si specializza rischia di più l’estinzione della specie che invece rimane meno specializzata. questo perchè la specie più specializzata tende ad adattarsi meno ai cambiamenti climatici e ambientali in cui è evoluta. se non ti adatti ti estingui.la specie meno specializzata invece riesce ad adattarsi meglio e ha più probabilità di sopravvivere.
    dalla nostra parte, la specializzazione che possediamo non è un particolare arto o senso ma è il cervello. un cervello quello umano più aperto alle sfide e ai cambiamenti,capace di adattarsi. l’intelligenza ci ha portato dal alzarci in piedi ad arrivare sulla luna. l’uomo ha colonizzato qualsiasi ambiente ed è stato in grado di sopravvivere. la nostra specializzazione è la nostra evoluzione culturale perchè è solo quella che può evolvere. dal punto di vista evolutivo credo che qui sulla Terra l’evoluzione dell’uomo sia finita o comunque ha subito un brusco rallentamento perchè non sussistono condizioni particolari per evolvere in specie diverse. se tu pensi cosa ha fatto l’uomo in 5000 anni io credo che saprà trovare le tecnologie e i modi per prolungare la sua sopravvivenza. se poi queste tecnologie ci distruggeranno non sarà colpa della natura ma dell’uomo stesso.

  42. Ma noi siamo specializzati. E la nostra cultura è il nostro punto debole. Ognuno di noi conosce solo una piccolissima frazione del sapere totale ed è dipendente dalle azioni e dai prodotti degli altri perfino per fare il proprio lavoro. Noi non siamo neanche in grado di costruirci una matita per scrivere, ancora meno la carta, figurarsi un telescopio o un computer. L’uomo del neolitico invece sapeva tutto e poteva trametterlo integralmente ai figli, era in grado di costruirsi tutto il necessario per vivere e di usarlo. In caso di crisi globale: climatica, bellica, sanitaria, ecc. e drastica riduzione della popolazione la nostra civiltà crollerebbe in un amen. Sulla Terra rimarrebbero i piccoli gruppi di cacciatori raccoglitori che vivono ancora in modo “primitivo”. Quindi anche se la specie umana potrebbe durare ancora qualche decina di migliaia di anni, la nostra civiltà durerà senz’altro molto meno, forse sparirà entro questo millennio. E senza tecnologia niente contatti con extraterrestri. Quindi se vogliamo trovare ET vediamo di sbrigarci e di non sprecare tempo inviando messaggi a distanze di centinaia o migliaia di anni luce, tanto l’eventuale risposta non la potremo mai ricevere, oppure stiamocene zitti e aspettiamo che qualcuno si faccia vivo.

  43. caro Mario,
    ribadisco che la mia è una trattazione legata solo allo spazio-tempo. Non volevo assolutamente inserire discorsi sulla durata della civiltà. Gli unici punti fermi sono OGGI e la nfine del Sole. Tutto ilo resto non è astronomico, ma sociale, tecnologico, ecc. E la fine del Sole sarà tra 5 miliardi di anni, non tra 500000 mila (chi te l’ha detto?). Dovete entrare nello spirito della trattazionje, puramente astronjomica. Durata di civiltà è tutto un altro discorso…. E in questo caso non mi interessava… 😉

  44. Carissimo Enzo,
    Ti chiedo scusa per la richiesta, ma non trovo l’articolo primigenio in cui hai utilizzato e spiegato la figura in cui descrivi lo spazio tempo, con i coni di luce. Stavo leggendo “l’avete voluto voi” ma pare che sia precedente.
    Ti saluto e ti ringrazio

  45. Enzo, ho capito che hai usato gli alieni come scusa per spiegare meglio i grafici dello spazio tempo, però non si può parlare di incontri con civiltà extraterrestri prescindendo dai limiti temporali di queste civiltà. L’hai detto tu nel cappello dell’articolo che vuoi mostrare dove potrebbero esserci alieni contattabili e quando potrebbe avvenire l’incontro. E adesso mi dici che la durata delle civiltà non ti interessava? Ma si parla proprio di incontri di civiltà, mica di asteroidi. Se avessi scritto che volevi spiegarci, che so, il numero di probabili impatti di Cerere con altri asteroidi da qui alla fine del sistema solare non sarei certo andato a tirare fuori la nostra possibile fine anticipata. Considerando la fine del sole, 5 miliardi di anni, come limite per incontri con alieni, ottengo uno spazio possibile enorme e non realistico. La mia intenzione era solo far notare che l’area utile dovrebbe essere molto più piccola.
    Non ricordo dove l’ho letto, però ho letto che ben prima che il Sole si trasformi in gigante rossa, aumenterà così tanto l’emissione di energia da rosolare letteralmente la Terra. L’esperto però sei tu, se dici che a te non risulta io ci credo.

  46. @ Enzo, grazie per l’articolo; avrei una domanda in relazione alla fig.4: perchè la nostra ricerca deve essere limitata allo spazio giallo e non può inoltrarsi anche a quello bianco? Se ho ben capito il cono di luce, noi prima di t2 non c’eravamo, ma gli alieni probabilmente si, e se noi dobbiamo cercare loro possiamo anche cercare nel nostro passato. Dove sbaglio?

  47. caro roberto th,
    per vedere la parte bianca (interna a quella gialla), bisognava farlo quanto la Terra era in posizione precedente, ossia quando non aveva ancora i mezzi per osservare. Oggi non possiamo più vedere ciò che ha vissuto e che vive nella parte bianca: la loro luce è già arrivata… Il cono di luce di un dato istante è tutto ciò che possiamo vedere in quel momento del passato dell’Universo.

  48. Usare la cosmologia come spunto per rendere più interessante una lezione di cosmologia va benissimo, ma agli effetti pratici della ricerca di alieni credo sia un po’ sparare alle mosche con i cannoni.

    Questo in quanto mi stupirebbe molto se trovassimo dei visitatori da un’altra galassia, e questo anche per visitatori “virtuali”, segnali radio provenienti da una qualche civiltà aliena.

    Da due conti in croce mi risulta molto difficile riuscire a rilevare, con i nostri attuali mezzi, un segnale radio non intenzionalmente diretto a noi a oltre qualche centinaio di anni luce. E viceversa per una civiltà aliena captare, distinguendolo dal rumore di fondo, segnali umani a un migliaio di anni luce. Siccome qualcuno deve stabilire una comunicazione almeno una delle due eventualità deve capitare. Mirando dei trasmettitori a tappeto sulle 1000 stelle abitabili più vicine potrebbe essere un’opzione, ma non andremmo comunque molto distanti nella Galassia. C’è l’idea di usare lo Square Kilometer Array (un gigantesco radiotelescopio in fase di progetto) per guardare stelle candidata, ma anche qui non si andrebbe lontano, e l’idea è in concorrenza con gli usi più astronomici del telescopio.

    Un viaggio fisico mi sembra più difficile. Senza entrare nelle guerre di religione pro-contro gli UFO, ho l’impressione che difficilmente i visitatori che potrebbero, forse, essere qui vengano da una galassia con Z~0,1 (ad occhio il bordo della losanga viola).

    Comunque la cosmologia è interessante….

  49. Sono d’accordo con te peppe se affineremo le tecniche e le tecnologie di ricerca sicuramente troveremo la vita e almeno un’altra civiltà evoluta,anche se gli et già li abbiamo trovati sotto forma di batteri!
    Ciao a tutti! :mrgreen:

  50. Me lo sono stampato e letto con calma, davvero un ottimo articolo! Molto interessante. Complimenti enzo! :mrgreen:

  51. caro Gianni Camoretto,
    come ho già più volte ribadito, nessuno voleva che questo articolo avesse un risvolto pratico, ma solo didattico per meglio comprendere i coni di luce e le relazioni tra punti diversi dello spazio tempo… Gli alieni erano solo uno spunto “pubblicitario”… 😛

  52. scusa Marco,
    lo spirito dell’articolo non era di calcolare la probabilità di esistenza di altre civiltà aliene nella nostra galassia, ma ddi studiare e di circoscrivere lo Spazio-Tempo raggiungibile direttamente o con segnali inviati alla velocità della luce. Non vorrei di confondessero le due cose…. 😕

  53. Articolo interessantissimo.
    Conto di leggerlo “attentamente” il prima possibile.
    Nel frattempo inserisco alcune banali considerazioni presenti in un mio post nel mio blog.


    Si è scoperta recentemente l’esistenza di un sistema planetario attorno alla stella denominata Kepler 11, essa si trova a circa 2000 anni luce da noi. Se un “kepleriano” fosse capace di viaggiare alla velocità della luce impiegherebbe circa 2000 anni per raggiungere la Terra.

    I 2000 anni di durata del viaggio non sono un ostacolo ad esso, in un’astronave superfotonica, capace di viaggiare a 300.000 Km al secondo, infatti, non si invecchierebbe nemmeno di un minuto, il tempo in pratica si fermerebbe.

    Il problema vero è riuscire a raggiungere tale velocità. Secondo le attuali teorie fisiche, infatti, per far viaggiare un solo granello di sabbia alla velocità della luce ci vorrebbe più energia di quella presente in tutto l’universo.

    Ammettiamo per assurdo, però, che la tecnologia di questi extraterrestri sia tale da riuscire a piegare lo spazio-tempo e da permettere loro di raggiungerci più o meno agevolmente.

    Secondo alcuni racconti, questi “tipacci verdi” o “biancastri” si sarebbero mostrati a noi in molteplici occasioni, qualcuno sarebbe addirittura incorso in qualche incidente extraplanetario precipitando sulla Terra con la sua astronave superfotonica.
    Alcuni sostengono che ci fanno visita periodicamente, ma con la tecnologia che questi dovrebbero possedere non avrebbero bisogno di scomodarsi e venire fin qui per studiarci e fare esperimenti su di noi, basterebbe loro una semplice foto con un super telescopio megafotonico.
    Noi, infatti, esseri piccoli, ignoranti, incapaci, umili formiche nell’universo galattico, con dei telescopi assolutamente insignificanti siamo riusciti a comprendere l’evoluzione delle stelle.

    I “kepleriani”,dunque, se fossero capaci di venire fin qui apparirebbero ai nostri occhi delle vere e proprie divinità a cui non potremmo far altro che inchinarci per sperare di raccogliere qualche briciola della loro tecnologia.
    Non si capisce perché gli “omini verdi” dovrebbero nascondersi ai nostri occhi e di tanto in tanto farsi beccare a scrutarci, magari a causa di qualche banale errore nell’uso della loro tecnologia superfotonica.

    Forse l’unico modo di “incontrarli” è attraverso dei canali di comunicazioni che utilizzino tecniche condivise. La teconologia digitale potrebbe assisterci, ma non è detto che i nostri vicini galattici usino il sistema binario.
    Rimane ancora un problema, il dialogo sarebbe un po frammentato a causa dei 4000 anni necessari fra una semplice domanda ed una conseguente risposta.

  54. Articolo molto interessante, complimenti. Ne approfitto per segnalare il mio blog, nel quale mi occupo di Scienze della Terra, Geologia Planetaria, e sul quale ho scritto anche un paio di articoli dedicati alle correlazioni tra avvistamenti UFO, terremoti ed eruzioni vulcaniche, ed un parallelo tra lo sviluppo della Vita sulla Terra e su Marte. Spero che qualcuno possa leggere gli articoli, aspetto i vostri commenti!