Viaggio tra le stelle di Orione – prima parte

Vi siete riposati dopo il nostro primo viaggio su Proxima? Allora avevamo percorso una “breve” distanza, ma stavolta andremo un po’ più lontano: si tratta della costellazione di Orione, ben nota e riconoscibile nel nostro cielo invernale.


Betelgeuse: una gigante rossa

Nella scorsa puntata di questi nostri viaggi virtuali, avevamo conosciuto Proxima, la stella più vicina al Sole: avevamo visto che si tratta di una stella piccola, dato che il suo diametro era un settimo di quello della nostra stella. Stavolta invece abbiamo a che fare con una supergigante rossa e già il nome promette bene!

Per prepararci a quanto troveremo dalle parti di Betelgeuse, ricordiamo insieme alcuni dati caratteristici del Sistema Solare, per crearci un minimo metro di paragone… Sappiamo che il Sole visto dalla Terra (ad una distanza di 1 unità astronomica) ha un diametro apparente di circa mezzo grado e sappiamo pure che Nettuno, il pianeta più lontano del Sistema Solare, dista in media dal Sole 30 unità astronomiche. Infine, uno degli asteroidi più lontani scoperti recentemente, Sedna, orbita intorno a Sole a distanza notevolissima, da 76 unità astronomiche al perielio (una volta e mezzo la distanza di Nettuno!) fino alla bellezza di 960 unità astronomiche all’afelio… Teniamo in mente questi valori…

Betelgeuse

La prima foto di Betelgeuse

Accendiamo finalmente i motori di Celestia e rechiamoci dalle parti di questa mega-stella… Guardiamo ora la prima foto di Betelgeuse, che abbiamo scattato dalla nostra cabina dell’astronave Celestia: notate niente? Il diametro apparente della stella è circa mezzo grado, proprio come quello del Sole e a cui siamo abituati… Ma guardate a che distanza siamo dalla stella! Più di 600 unità astronomiche (UA)! Pazzesco!

Questo ci dà un primo assaggio di quanto Betelgeuse sia enorme: dato che il suo raggio è 600 volte quello del Sole, va da sé che ci dobbiamo porre proprio a 600 volte la distanza Sole–Terra per vederlo ancora della stessa grandezza apparente… Proviamo dunque ad avvicinarci a questo astro: con un balzo felino possiamo arrivare a 10 ua, la distanza media di Saturno dal Sole. Ricordate quanto appare piccolo (ma sempre luminosissimo) il Sole da quella distanza? In questo articolo potete ad esempio vedere quanto appaia piccolo il Sole se ci poniamo dalle parti del Pianeta degli Anelli.

Betelgeuse

Betelgeuse più da vicino

Ma qui, da una distanza di 10 ua vediamo apparire un disco minaccioso, che tutto sommato dà pure fastidio a fissarlo per troppo tempo! Analizziamo bene questa foto: il diametro apparente è ora di ben 25° con una magnitudine di -31. Caspita! Il confronto con il Sole visto da Saturno è eclatante. Ma come mai la distanza riportata in alto a sinistra indica 12.777 ua invece delle 10 ua da noi impostate tramite la console della nostra astronave? Forse Celestia sta sbagliando qualcosa?

No! Quando normalmente noi indichiamo una distanza da un oggetto, un pianeta, una stella, noi la esprimiamo rispetto alla sua superficie (solida, liquida o gassosa che sia). E questo, se ci pensate, è ovvio, oltreché naturale! Un aereo vola a tot piedi di quota, la stazione spaziale ISS viaggia a 350 km di $altezza$ dalla superficie della Terra, i satelliti geostazionari (verso i quali puntate le parabole TV) stanno a 36000 km sopra al livello del mare. Infine, qualcosa di più noto: un palazzo è alto 20 metri rispetto al piano stradale…

Quello che Celestia mostra come distanza (in alto a sinistra) è viceversa la distanza dal centro fisico dell’oggetto, il suo baricentro, secondo una consuetudine astronomica. Se noi impostiamo una distanza di 10 ua da un oggetto, noi indichiamo la distanza dalla sua superficie e Celestia automaticamente aggiunge il raggio dell’oggetto per mostrare dunque la sua distanza dal centro. Lo scarto di 2.777 ua altro non sono che il raggio di Betelgeuse!! Pensateci bene! Non a caso è una gigante rossa e se la trasportassimo al centro del Sistema Solare, arriverebbe ad un po’ più della metà dell’orbita di Giove intorno al Sole, ricoprendo le orbite di tutti i pianeti fino a Marte e perciò inglobando anche la Terra.

Betelgeuse

Betelgeuse nel Sistema

Solare

Tutto questo lo possiamo vedere in un diagramma, dove i cerchi tratteggiati sono proprio le orbite di pianeti. Per indicare il Sole ho dovuto barare e mettere un pixel nero, perché altrimenti alla scala del disegno il Sole sarebbe completamente invisibile! Betelgeuse è davvero una supergigante, di classe spettrale M2, con una luminosità pari a 13200 volte quella del Sole. Un posticino dove abbronzarsi non richiederebbe più di tanto tempo… Nelle prossime puntate ci accorgeremo che non è nemmeno una delle stelle più grandi, anzi!

Betelgeuse

Il Sole da Betelgeuse

E il Sole? Il nostro piccolo Sole? Come apparirà, se lo guardiamo da un punto a distanza di sicurezza da questo mostro celeste? La foto dal nostro oblò non ci aiuta molto: vedete niente? Ci dobbiamo fidare: il Sole è un puntino posto al centro esatto della foto, quasi invisibile perché rappresenta una stella di magnitudine 10.75. In quella zona del cielo grande quanto la nostra costellazione di Orione, vediamo alcune stelle brillanti, decisamente mischiate: riconosciamo Antares (dello Scorpione), Bellatrix (di Orione), Spica (della Vergine), Achernar (di Eridano) e Tejat Posterior (dei Gemelli).

Betelgeuse

Alcune stelle da Betelgeuse

Curiosando qua e là nel cielo Betelgeusiano ho trovato qualcosa di interessante: come detto non si riconosce alcuna costellazione di quelle a noi note, ma il nostro computer di bordo ci segnala che ci sono cinque stelle con magnitudine negativa e perciò molto luminose. Ricordo che viceversa dal nostro cielo le stelle più luminose, con magnitudine negativa, sono solo tre: Sirio, Canopo e Arturo. Questa inquadratura ha ancora un angolo di visuale di una trentina di gradi e stavolta vediamo tutte insieme ben quattro delle cinque stelle più luminose, ravvicinate visualmente: si tratta di Rigel, Alnitak, Mintaka e 52 Ori.

Orione… ma anche più in là

Nella prossima tappa dei nostri voli virtuali continueremo il viaggio tra le stelle di Orione: vedremo da vicino anche altri oggetti che non sono stelle, ma nebulose. A proposito, se avete osservato bene la penultima foto, avete notato la Via Lattea. Visto che nei nostri viaggi virtuali ci stiamo muovendo all’interno della nostra galassia, quella bellissima traccia nel cielo sarà sempre presente dovunque noi andiamo. E magari, se ci riesco, tra qualche puntata potremo provare a fare anche un viaggetto extragalattico. Sarebbe bello poter vedere proprio la nostra galassia dall’esterno

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Informazioni su Pierluigi Panunzi 536 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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18 Commenti

  1. bravissimo Pierluigi!!! 😛
    Quasi quasi ti meriti un viaggio permio proprio su … Betelgeuse! Con una tuta speciale, ovviamente…

    Grande viaggio!! 😛 😛

    attendiamo il seguito… 😮

  2. Salve, innanzitutto complimenti per l’articolo, vi leggo sempre ma non posto mai perchè siete molto chiari nelle spiegazioni.

    Stavolta però avrei una curiosità da chiedervi, visto che Betelgeuse è 600 volte il Sole, Rigel e Alnilam, soprattutto la seconda, non dovrebbero essere ancora più grandi vista la distanza maggiore (862al e >1500al) o è solo frutto della loro forte “luminosità”.

    Scusate per i termini poco tecnici e forse imprecisi 😳

  3. Bell’articolo!!! L’idea di vedere le stelle da una prospettiva non antropocentrica è affascinante!
    Ma Nettuno a 30 a.l. è un po’ troppo lontano…..
    Riportiamolo a casa sua, verso le 30 U.A. ….. :mrgreen:

  4. Grande Pierlu. Articolo come sempre affascinante e accattivante. Sei un genio! 🙂

  5. Eilà, ma che articolo strabello!!! Compliments! Ora aspetto un articolo simile su VY Canis Majoris!! :mrgreen:

  6. Complimenti per l’articolo.
    Le stelle della cintura di orione rappresentano anche l’avvento dei Re Magi che seguendo la strada indicata da Sirio raggiunsero il punto dove il 25 dicembre di 2000 anni fa’ nacque il figlio di Dio e tanti altri presenti nei racconti delle mitologie antiche.
    Avete qualche informazione aggiuntiva in merito, oppure potreste indicarmi qualche link?
    Grazie

  7. Complimenti vivissimi Pierluigi ed ora… avanti con la nostra astronave.

  8. @Mario Carrara
    Delle stelle della Cintura di Orione se ne parla da sempre, ad esempio per associarne una spiegazione religiosa oppure per lo spunto che avrebbero dato agli egiziani prima di costruire le Piramidi.
    Di questo secondo fatto do una mia interpretazione, assieme ad altre chiacchiere, nel mio articolo
    http://www.astronomia.com/2008/12/15/le-piramidi-tradizioni-ricerche-e-soprattutto-invenzioni-1/
    diviso in due parti.
    Grazie al motore di ricerca Google potrai senz’altro trovare link a siti dove trattano di questi argomenti: a te ed a tutti gli interessati la facoltà di scegliere secondo il proprio gusto… 😉

  9. Ottimo articolo 🙂 Volevo segnalare però che nella seconda pagina ,quando viene citata la stella “Spica”, c’e scritto “Spiga”.
    Complimenti,questi viaggi sono organizzati davvero bene! Sarebbe bello un viaggio su M 42 😀

  10. @Elis
    hai ragione, mi è sfuggito! 😳
    ora provvedo subito alla correzione!
    grazie! 😉
    PS per M42 è già tutto organizzato…

  11. Pierluigi, potresti mica far vedere come apparirebbe BETELGEUSE se fosse al posto di Proxima centauri? Oppure di Sirio? Vista dalla Terra naturalmente…..mi sà che non è possibile, eh? 😕

  12. @Moreno
    avendo Celestia sotto mano è molto facile risponderti: basta andare verso Betelgeuse e porsi alla stessa distanza di Proxima (4.3 anni luce) o di Sirio (8.6 anni luce).
    Nel primo caso ha un diametro di 4.21″ (piccolina), ma comunque sarebbe visibile il suo dischetto in un telescopio, cosa che con le stelle non accade mai! E avrebbe una magnitudine pari a -9.8 !!! 😯
    Alla distanza di Sirio il diametro sarebbe esattamente la metà, anche in questo caso piccolissimo, ma anche in questo caso visibile al telescopio! E avrebbe una magnitudine di -8.6! 😯
    Fantastico comunque, ma la foto di Celestia non renderebbe bene! 😉
    Calcola che il pianeta Nettuno oggi ha un diametro di 2.2″…

    Sarebbe veramente bello!!! Poter vedere il dischetto di una stella… 😉

  13. Ok, mille grazie Pierluigi 🙂 , concordo con te che sarebbe favoloso osservare a occhio nudo il disco di una stella: a questo proposito, in una discussione con amici, uno di questi ha affermato che se la stella più grande conosciuta, VY Canis Majoris (2600 volte il diametro del Sole) se fosse al posto di Proxima sarebbe grande come la Luna piena 😯 : mi confermi questo? oppure intendeva che ILLUMINEREBBE la notte come la Luna?

  14. @Moreno
    fra qualche viaggio virtuale arriveremo pure in vicinanza della mostruosa VY CMa… pazienta un po’ che ne vedremo di belle!
    Nell’attesa, ho acceso i motori di Celestia e mettendoci a 4.3 anni luce dalla stella, il suo diametro apparente è quasi 15″, ma la luminosità è appena -4.65, praticamente come Venere.
    In effetti mi aspettavo di più, ma Celestia dà la luminosità come 107 volte il Sole (wikipedia dice 500000x!), mentre Betelgeuse è 13200x… Bisogna verificare i dati di Celestia: controllerò… 😕
    Comunque la sua grandezza non è come la Luna… 😉
    vedremo la luminosità…