Stonehenge

Era tanto che pensavo di scrivere un articolo su Stonehenge, il famosissimo sito archeologico che mi ha da sempre affascinato per le sue caratteristiche fuori del comune e per l’alone di mistero che lo circonda.


I Cromlech di Stonehenge

Magari a qualcuno il titolo potrà sembrare strano: è presto detto… I pietroni, i menhir che costituiscono il sito di Stonehenge sono detti proprio Cromlech.

Attualmente grazie ad internet ed ai suoi potenti motori di ricerca, trovare informazioni su qualsiasi argomento, Stonehenge in particolare, è davvero un gioco da ragazzi: come sempre bisogna stare attenti a quello che si trova. Accanto a siti archeologici ed astronomici, sia italiani, che americani, ma soprattutto inglesi (in particolare quello dell’English Heritage), si trovano viceversa siti imbottiti di parole tipo mistero, arcano, UFO, scienze alternative, astrologia ed altro ancora.

Viceversa non si potrà mai trovare nulla (se non il link a questo articolo!) di quello che ho provato io, quando ho avuto l’opportunità di visitare quel sito archeologico, un bel po’ di anni fa. Il fatto è che Stonehenge mi ha da sempre affascinato, ancor più delle Piramidi d’Egitto, del Colosseo che ho praticamente sotto casa e che effettivamente vedevo ogni giorno che frequentavo la facoltà di Ingegneria a S.Pietro in Vincoli.

E Stonehenge mi affascina tuttora forse perché da sempre è stato circondato da mistero, da leggende, molto serie e discrete: nulla a che vedere con le storielle e i racconti, falsi come una moneta da 3 euro, che purtroppo si trovano e leggono molto spesso in giro riguardo altri siti archeologici, da quelli Egiziani a quelli Aztechi, dal continente di Atlantide all’Isola di Pasqua. Io penso che studiare certi argomenti in modo disinteressato, serio, scientifico, lontani da preconcetti e tradizioni, senza ascoltare le campane di chi è facile al sensazionalismo, può portare a grandi soddisfazioni.

Un altro esempio di un argomento che mi ha da sempre affascinato è il sito peruviano di Nazca, ben noto per le sue linee inquietanti ed intriganti, che raffigurano oggetti e animali stranissimi. Magari, chissà, ne parlerò un’altra volta…

Ma torniamo a Stonehenge ed alla visita a questo sito assieme ad alcuni amici, colleghi d’ufficio. Ricordo ancora che, pur essendo giugno, quel weekend è stato particolarmente grigio e piovoso e la strada per arrivare alla zona archeologica, la piana di Salisbury, era molto bella, ma strettina, circondata da magnifici prati (all’inglese, inutile dirlo…) e terreni coltivati. Il tutto in modo molto ordinato, precisino e pulito. Ricordo che il monumento megalitico è apparso all’improvviso, dal nulla, accanto alla strada, mentre mi sarei aspettato di vederlo in lontananza, per poi avvicinarmi pian piano ad esso.

Poi (complimenti agli inglesi!) arrivati in prossimità di Stonehenge, si vedevano già gruppi di turisti abbastanza ordinati, ma non si notavano per nulla automobili o pullman: nulla a che vedere rispetto a certi siti archeologici italiani, dove a stento, dietro ad una cortina impenetrabile di pullman e automobili, si riesce a distinguere l’agognata meta. Insomma in Inghilterra, almeno in questo sito, i responsabili hanno organizzato un sistema di posteggi e viali di percorrenza sotto il livello stradale, il tutto in maniera molto discreta, rispettosa nei confronti di quanto uno si appresta a visitare.

Lì, all’aria aperta, sotto un cielo minaccioso di nuvoloni grigi, si percorreva una rampa in lieve discesa con sulla parete disegnata una cronistoria che parte dai tempi moderni, dallo sbarco dell’uomo sulla Luna, all’indietro nel tempo, l’800, il ‘700, la scoperta dell’America, sempre più giù, l’Impero Romano, la nascita di Cristo, gli Egiziani ed ancora più giù fino all’epoca della costruzione del sito di Stonehenge, intorno al 3000 aC: in quel mentre si arriva alla fine della discesetta e dopo un breve sottopassaggio ecco apparire in tutta la sua maestosità Stonehenge.

Purtroppo, ma è evidente il motivo, non è possibile vedere i megaliti da vicino, toccarli con mano, ma, attenzione, non ci sono guardie minacciose, reticolati impenetrabili, reti elettrificate o ancor peggio muri, a salvaguardare questo bene dell’umanità: semplicemente un cordoncino tutt’intorno, come si troverebbe ad esempio in un cinema per guidare il pubblico alle varie sale. Ed immagino che nessuno mai si sia mai azzardato a superare tale limite, se non in preda all’alcool oppure con la volontà di assaggiare i manganelli dei poliziotti di Sua Maestà… che comunque non si vedevano nemmeno in giro!

Dunque eccomi lì, al cospetto di menhir alti 5-6 metri, enormi, che mi dicono pesare oltre 25 tonnellate l’uno…

L’atmosfera, il silenzio, il cielo grigio oramai non più minaccioso ma complice, la suggestione di oggetti costruiti quasi 5000 anni fa, il contrasto tra il colore grigio delle rocce ed il colore riposante del soffice prato verde che si perde fin oltre l’orizzonte… ragazzi, che sensazioni! Avrò percorso l’anello più e più volte senza stancarmi, cercando di osservare quelle pietre maestose da più punti di vista: in quei momenti non ho pensato ad allineamenti stellari, eclissi, solstizi ed altri argomenti che viceversa mi affascinano quotidianamente… ero semplicemente e letteralmente rapito dall’imponenza e la sacralità del luogo. A distanza di anni mi sembra ancora di essere lì e confesso che tavolta quando mi capita di ripensarci, un lieve brivido mi scende sulla schiena. Suggestione, sì, ma anche tantissimo rispetto.

Pierluigi! Ci sei?!” Il brusco richiamo alla realtà: bisogna ritornare indietro, andarsene via. Non mi era mai capitato e tuttora non mi è più accaduto, di essere stato così coinvolto dall’atmosfera, dalle luci, dalla brezza, dai menhir. Veramente entusiasmante: un’esperienza che consiglio vivamente a tutti!

Ritornando sulla terra…

Cos’altro posso aggiungere, che non si trovi già ripetuto in migliaia di siti?

C’è chi ha detto che Stonehenge era una specie di osservatorio astronomico, che permetteva di prevedere e seguire eventi celesti, quali il sorgere ed il tramontare del Sole in momenti chiave dell’anno (i solstizi e gli equinozi), le eclissi di Sole e di Luna, per mezzo di metodi macchinosissimi legati alla presenza di una serie di bastoni di legno posti in appositi fori in un anello esterno a quello dei menhir, oppure semplicemente di conoscere l’ora del giorno e gli astri della notte sfruttando una complessa meridiana nei confronti del Sole oppure una specie di astrolabio.

Sì, tutto molto interessante ed intrigante: chissà quali altre conoscenze dovevano avere i costruttori di tale manufatto, per raggiungere tali livelli di precisione.

Però anni fa tutto questo castello di certezze mi è crollato addosso, quando ho saputo alcune notizie, che ho scoperto non essere in genere molto pubblicizzate. Il tutto grazie ad un bellissimo documentario su Stonehenge di Piero Angela (un mito dell’informazione seria e specialistica, non come “chi dico io”…), dove ha raccontato degli studi effettuati da uno studente, al secolo Brian Edwards, che ha trovato antiche foto dei primi del ‘900, a documentazione di opere di scavo e riassetto del sito, durante le quali parecchie pietre sono state spostate e collocate al loro posto attuale. Per chi volesse approfondire l’argomento, rimando al sito del CICAP e ad un articolo il cui titolo la dice lunga…

Purtroppo a seguito di una constatazione simile, cioè che le pietre di Stonehenge sono state rimosse e spostate, non ha molto più senso parlare di allineamenti, calcoli astronomici, eclissi, magari facilitati dalla sapiente guida di intelligenze extraterrestri, o più prosaicamente di antichi esperti di astronomia, mentre magari i veri esperti erano i ricostruttori stessi del sito…

Nell’articolo si parla poi dei dipinti di Constable e Turner, nei quali sono raffigurate due viste del sito archeologico, rispettivamente un olio su tela del 1835 ed un acquarello del 1825-1828. In particolare, in quello di Constable si vedono parecchi Cromlech reclinati, se non a terra, ma a guardare un paio di foto aeree (1 e 2) anche ora ce ne sono di Cromlech abbattuti. In effetti bisognerebbe analizzare meglio il quadro e una foto che ritrae il monumento per lo meno dallo stesso punto di vista, per capire quali e quante differenze ci sono tra il sito, prima delle opere di restauro e quello che possiamo ammirare ora di persona, dopo la risistemazione. Il tutto supponendo che i quadri siano rappresentazioni fedeli del sito da parte dei due pittori…

Navigando in internet mi sono imbattuto in un altro sito dove si parla dell’ipotesi di un certo Bruce Bedlam sull’utilizzazione, ma ancor prima della costruzione, del manufatto di Stonehenge. In un filmato su YouTube (di seguito) l’autore fa vedere con un’animazione un metodo molto ingegnoso che sarebbe stato utilizzato per costruire il monumento megalitico e quale sarebbe stato il suo vero aspetto all’$epoca$, migliaia di anni fa:

In un altro filmato c’è invece l’intervista fatta da una TV inglese allo stesso personaggio, dai lunghi capelli biondi.

Cosa dire? I filmati sono entrambi in inglese, quindi non mi pronuncio sul loro contenuto. Non so chi sia e cosa faccia questo tal Bruce Bedlam, si legge che da 30 anni studia Stonehenge, ma trovo molto intrigante il metodo che secondo lui hanno utilizzato gli antichi: magari però potrebbe essere completamente errato…

Concludo questo articolo con due foto affascinanti di Stonehenge, trovate da qua e là in internet e che non possono non far innamorare del luogo: la prima è stata scattata il 21 dicembre, in occasione di un solstizio invernale, l’altra invece è semplicemente fantastica!

Informazioni su Pierluigi Panunzi 536 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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8 Commenti

  1. ..nella puntata dedicata a Stonehenge di Voyager, e direi abbastanza approfondita, Giacobbo lo ha detto chiaro e tondo che le pietre furono spostate…

  2. @pierluigi
    Interessante questo articolo, e quasi inquietanti i due dipinti 😯
    ….bellissima invece e di buon auspicio l’immagine di uno splendido Arcobaleno che sovrasta Stonehenge! 🙂
    Anche questo sito sembra aver a che fare con il Sole, con le ombre e la luce..
    A me piace il pensiero in proposito del filosofo John Mitchell, ossia:”Stonehenge non è solo un tempio del Sole e della Luna, ma è un “Modello dell’Universo”. Nel solstizio d’estate, effettivamente, mettendosi al centro del cerchio di pietre, il sole appare sopra lo “Heelstone” (la pietra del sole, dal celtico heol “sole”), un megalitico collocato fuori dalla costruzione che consente, avanzando lungo l’asse del tempio, di penetrare nel santuario interno. Con questo “ingresso”, forse inteso a quei tempi come “trizio femminile”, avvenivano le “nozze sacre” fra il Cielo e la Terra. Da questa unione nascevano energie che, irradiandosi lungo le ley lines, che sono le vie percorse dalle energie della Terra, giungevano in ogni parte del mondo, rinnovandone la fecondità”. 🙂

    A proposito di Giacobbo,sì ricordo anche io quando nel corso della sua trasmissione su Stonehenge, specificò che alcune delle pietre erano state spostate .
    Saluti astronomiciosservanti! 😉

  3. @pierluigi
    curiosità..in proposito all’affermazione sui misteri e leggende che definisci sopra come molto serie e discrete….specificatamente quali?
    il mistero dei Templari? sulla spada Excalibur donata a favore di Re Artù?

  4. Concordo : NON è affatto chiaro se Stonehenge dovesse servire come misuratore del tempo.

    Concordo anche sul fatto che andandolo a visitare se ne riceve una forte ‘impressione’.
    Stonehenge è il più noto dei monumenti megalitici diffusi anche in altre zone in Europa……

    Perchè si siano sforzati tanto a trasportare e lavorare quei pesanti megaliti….resterà a lungo un enigma di non facile soluzione.

    Belle immagini …bravi

  5. @Mi.e
    no, io mi riferivo al fatto che sono “serie e discrete” le storie e le vicende legate proprio a Stonehenge, nel senso che non sono mai state strombazzate qua e là pretendendo la comprensione da parte di chiunque le ascoltasse: per il semplice fatto che non ci sono stati mai avvistamenti di ufo, omini verdi e quant’altro, legati a Stonehenge, fanno di questo sito archeologico il mio preferito.
    Non so se ho reso l’idea: quello che voglio dire è che su questo sito c’è una certa aurea di suggestione se non di mistero (ma non alla jakob!) molto intrigante.
    Comunque sia, anche se si dovesse scoprire un domani che era soltanto una stalla per le mucche, il sito è molto bello e lo consiglio a chi ancora non l’avesse visitato!
    sorrisosuggestivo 😉

  6. @Pierluigi,
    bellissimo scorcio della gioia e della meraviglia che si provano di fronte a certe opere, siano monumenti, musica, o un cielo stellato….!
    Che delusione se sono davvero state spostate delle pietre!! 😥

  7. @francesca
    sì, è proprio confermato, purtroppo… Le pietrone sono state spostate e poi rimesse a posto, alla faccia degli studiosi che stanno lì con il calibro, il laser e le coordinate stellari… 😕
    Ma la gioia e la meraviglia non me la toglie nessuno!!!

  8. Su questo sito si è detto di tutto ed il contrario di tutto. Quelle colonne di pietra sono molto curiose ed uniche anche. tuttavia, se le pietre più vistose sono state manomesse, molti altri particolari nel sito ed attorno al sito no. So di studi seri che hanno trovato due cerchi di buche attorno al sito, buche dove un tempo vi erano dei cippi di pietra e quarzo, i cui frammenti sono stato trovati nelle buche. Inoltre uno prospetto archeologico avrebbe trovato manufatti e persino pochi resti umani. comunque, le grosse pietre rappresentano l’ultimo ammodernamento del sito, che si è scoperto essere incompleto, ovvero è stato abbandonato in fase di costruzione. Il resto del sito invece ha fornito indicazioni sulla sua datazione. Il sito è stato modificato due volte dalla sua costruzione, l’ultima come dicevo incompleta. Inizialmente era regolato sui solstizi, che erano considerati importantissimi dalla civiltà che ha costruito tutti i siti oggi definiti megalitici. con il tempo si sono aggiunti nuovi traguardi. L’ultima modifica al sito è di un archeologo britannico all’inizio del XX secolo, che scimmiottando Evans, cercò di ricostrure il sito a suo gusto, che è così come lo vediamo ancora oggi.

    Invece vorrei vedere se qualcuno può aiutarmi. Andate su Google Map e cercate Flodden. E’ una piccola fattoria nella campagna inglese. A poca distanza, verso est, nel verde di un prato appaiono dei cerchi di verde più scuri, tipici dei prati che prosperano supra a resti di edifici sepolti. I cerchi presentano delle curiose protuberanze verso i punti cardinali, tranne che a sud. Magari non è nulla di eccezionale, potrebbe trattarsi dei resti di un cascinale, ma la struttura a cerchi concentrici e le protuberanze così ben centrate su tre punti cardinali mi danno da pensare. Se qualcuno di voi riec+sce a contattare qualche associazione che si occupa di archeologia, fate vedere questo sito. Io purtroppo non sono riuscito a saperne di più.