Non dimentichiamoci di Venere

Venere è ultimamente trattato un po’ male. Se ne parla poco, come fosse diventata un pianeta di secondo piano. Eppure, prove sempre più chiare ci dicono che probabilmente è stato a lungo il corpo celeste più simile alla Terra. Vale la pena fare il punto della situazione odierna.


La sonda Venus Express ha permesso di elaborare la prima mappa infrarossa dell’emisfero sud di Venere ed ha fornito ulteriori spunti per pensare che in tempi, forse non troppo remoti, il pianeta gemello della Terra per dimensioni, fosse anche simile a lei per la presenza di oceani d’acqua e di una tettonica a placche. La mappa è stata costruita utilizzando un migliaio di immagini riprese tra il 2006 ed il 2007 in una speciale lunghezza d’onda che ha permesso di vedere attraverso la spessa e impenetrabile coltre di nubi. Prima di questa missione, si conosceva già bene la superficie venusiana attraverso osservazioni radar, ma solo la nuova tecnica permette di studiare la composizione chimica delle rocce.

Una bellissima mappa di Venere ottenuta attraverso osservazioni radar

Una bellissima mappa di Venere ottenuta attraverso osservazioni radar. Benché ad alta risoluzione, non ci indica però la composizione chimica del suolo (i colori sono falsi e indicano solo l’$altezza$ relativa delle varie zone; blu le più basse e verdi e marroni le più alte)

Proprio questi dati sembrano avvalorare maggiormente l’ipotesi che vasti oceani coprissero il pianeta e che gli alti ed enormi altopiani fossero continenti dominati da attività vulcanica. Non vi sono ancora prove certe, ma sicuramente le rocce delle zone più alte sono diverse da quella dei bacini. La differenza viene evidenziata dalla quantità di luce infrarossa che viene irraggiata nello spazio. Esse emettono più o meno calore a seconda della composizione chimica. Ricordiamo che le otto missioni russe che toccarono la superficie di Venere trovarono solo rocce basaltiche, ma non si posarono mai sugli altopiani. Ora si nota che questi sono composti da rocce più chiare e particolarmente antiche, molto simili al granito che sulla Terra forma la maggior parte dei continenti. Il granito si forma quando rocce di basalto sono risucchiate verso gli strati sottostanti la crosta dal movimento reciproco dei continenti (il processo noto come tettonica a placche). L’acqua si combina con queste e la loro mistura viene poi restituita in superficie dalle eruzioni vulcaniche. Se ciò che si vede fosse proprio granito avremmo una prova praticamente sicura della passata esistenza di acqua e di tettonica. Per far ciò bisognerebbe mandare una sonda sul suolo più chiaro.

Sembrerebbe che non ci sia più attività vulcanica, dato che le variazioni di temperatura nelle varie immagini non supera mai i 20°C, mentre la presenza di lava dovrebbe portare a differenze ben maggiori. Tuttavia, niente è ancora detto, dato che la grandezza di Venere è tale da permettersi di avere un interno caldo e fluido come quello della Terra. Ricordiamo che il calore dell’interno planetario dipende dalla quantità di elementi radioattivi che decadono producendo energia e di conseguenza dalla massa totale. Mercurio, la Luna, Marte si sono “spenti” in fretta essendo molto più piccoli e quindi con una minore abbondanza di elementi radioattivi. Vale la pena spiegare meglio questo fatto: la massa di un corpo celeste va con il volume, ossia con il cubo delle dimensioni, mentre la trasmissione di calore verso la superficie va con l’area e quindi con il quadrato delle dimensioni. Un oggetto che è il doppio di un altro come diametro, ha un volume e quindi una massa ben otto volte più grande (a parità di densità, ovviamente), ma una superficie solo quattro volte maggiore. Ne deriva quindi che la trasmissioni di calore verso l’esterno (che dipende dalla superficie) si esaurisce più lentamente nell’oggetto più grande. In altre parole la quantità di elementi radioattivi, otto volte maggiore, si disperde solo quattro volte più velocemente (vedi Figura 1).

Figura 1

Figura 1

D’altra parte, però, certe rocce molto scure potrebbero essere segno di colate laviche particolarmente recenti. Nuovi studi permetteranno di capire come mai un pianeta così simile a noi abbia perso tutta la sua acqua liquida (vedi anche questo articolo) e sia diventato così caldo ed inospitale. La sola distanza dal Sole non può sicuramente spiegarlo. I misteri a volte sono ancora molto vicini a noi …

Un’immagine dei risultati ottenuti dalla Venus Express

Una bellissima mappa di Venere ottenuta attraverso osservazioni radar. Benché ad alta risoluzione, non ci indica però la composizione chimica del suolo (i colori sono falsi e indicano solo l’$altezza$ relativa delle varie zone; blu le più basse e verdi e marroni le più alte)

I commenti di questo post sono in sola lettura poichè precedenti al restyling del 2012. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

18 Commenti

  1. Stupendo articolo e ancor più stupenda la foto, in quel blu mi piace immaginare che una volta ci fosse acqua. Pensate alle miriadi di forme che le possibili “terre” nell’universo possono assumere, non è bellissimo poter immaginare che un giorno potremo vedere un’altra “terra” a decine di anni luce di distanza? Grazie. :mrgreen:

  2. @Enzo
    scusa ma nell’ articolo precedente si dice che Venere non ha un campo magnetico. In questo si dice che Venere a un uncleo con dei metalli radiottivi simili a quelli presenti nel nucleo terrestre. Sapendo che questi metalli sono molto probabilmente i fautori del cmapo magnetico terrrestre e che su Venere ci sono perchè il nostro gemello non ha un campo magnetico?

  3. @ Raffaele: credo che sia dovuto al fatto che Venere ha una rotazione enormemente più lenta rispetto a quella del nostro pianeta (243 giorni terrestri, più lungo addirittura del suo “anno”, lungo 224 giorni terrestri), il che non innesca l'”effetto dinamo” necessario alla generazione di un campo magnetico

  4. D’accordissimo Profe, ultimamente hanno dato troppo spazio (in senso letterale) a Marte, e quasi niente a Venere. Comunque son convinto che i 400° di temperatura di superficie sia una bufala, niente effetto serra, ce ne sono molti di meno sicuramente, addirittura quasi a livello vivibile..

  5. @Enzo, mi sembra di ricordare che il moto di rotazione di venere sia retrogrado… C’è una spiegazione a questo fenomeno?

  6. articolo molto interessante!
    al quale segue la mia solita domanda da ignorante!
    (ho fatto anche la rima!) 😆
    ci sono altri fattori che influenzano la dispersione del calore interno oltre alla superficie???

    sorrisomeditabondo 😀

  7. C’è anche un altro fattore che può scaldare un corpo celeste: le forze mareali. Non per niente Io è l’oggetto geologicamente più attivo del Sistema Solare, nonostante abbia solo dimensioni paragonabili alla Luna. Anzi il vulcano Loki da solo dovrebbe produrre più calore di tutti i vulcani terrestri messi insieme.
    La Luna però ha un periodo di rotazione sincrono con quello di rivoluzione (mostra sempre la stessa faccia), quindi, pur subendo la forza di marea, il suo rigonfiamento/stiramento resta relativamente fisso (a parte una librazione dovuta longitudinalmente all’orbita un po’ eccentrica e latitudinalmente al suo asse di rotazione un po’ inclinato sul suo piano orbitale, ma si tratta comunque di qualcosa che avviene lentamente): non viene stirata avanti e indietro come una fisarmonica come Io. Io ha a che fare con grossi corpi perturbatori come Europa e Ganimede e la sua orbita leggermente ellittica la percorre in neanche due giorni. La Luna in passato però doveva essere più vicina e le cose probabilmente erano diverse. La Terra invece, ruotando, un po’ di effetto fisarmonica dalla sua grande luna lo subisce, con sollevamenti e abbassamenti quotidiani (anche se non certo i 100m, se non ricordo male, della superficie di Io!). Magari non contribuisce più di tanto, rispetto al decadimento radioattivo, ma in ogni caso è l’unico corpo celeste finora, oltre ad Io, su cui siano stati osservati vulcani attivi ancora in eruzione.

    Se sbaglio qualcosa, correggetemi pure.

  8. @ n.b.
    ringrazio per la spiegazione che mi ha spinta ad approfondire un po’ facendomi sorgere ulteriori dubbi che di seguito vado ad esplicitare:
    @ enzo ed esperti
    altro dubbio altra domanda:
    nell’articolo affermi che mercurio si è “spento” a causa delle ridotte dimensioni, ma questo a me sembra in contrasto, ma non ho competenza sufficiente per affermarlo con certezza, con l’esistenza di un campo magnetico intorno a mercurio che pare confermata dalle rilevazioni della sonda messenger (fonte: MESSENGER Spacecraft Reveals More Hidden Territory on Mercury art trovato sul sito della NASA ecco il link http://www.nasa.gov/home/hqnews/2008/oct/HQ_08-275_Messenger_Mercury.html) e con quanto qui riporto in copia incolla (fonte citata Le scienze):
    al convegno dell´American Geophysical Union di San Francisco, lo scorso mese, due gruppi di ricercatori hanno avanzato l´ipotesi che Mercurio generi il proprio campo magnetico grazie al residuo perdurante di un nucleo fuso, proprio come la geodinamo del nostro pianeta.
    ………
    “A questo punto”, afferma il geofisico planetario David Smith del Goddard Space Flight Center della NASA, “un nucleo fuso sembra l´unica spiegazione”, anche se rimane il mistero del perché il campo magnetico abbia solo un centesimo della forza di quello terrestre. La navicella Messenger, lanciata ad agosto 2004 e che raggiungerà Mercurio nel 2011, dovrebbe essere in grado di risolvere il mistero.

    ho riportato solo la parte strettamente inerente: questo il link
    http://www.explorasciencenow.rai.it/DettNews.aspx?IDNews=347
    sto muovendo ancora i primi stentati passi nel mondo dell’astronomia, e per questo chiedo a enzo di valutare se i miei dubbi siano o meno fondati e se ho correttamente interpretato quanto letto.
    grazie infinite 😉

    sorrisosemprepiumeditabondo 😀

  9. chiedo scusa…
    ma penso di aver omesso l’ultima parte del quesito sul precedente commento: dato che Mercurio è notevolmente più piccolo della Terra ed anche più piccolo di Marte, se la disperione di calore e quindi il raffreddamento e solidificazione del nucleo fosse legata solo alle dimensioni, come si spiegherebbe l’ipotesi di un nucleo liquido all’interno di Mercurio? Sarebbe sufficiente considerare gli effetti della forza di gravità del Sole???… oppure e qui mi collego alla domanda iniziale: ci sono altri fattori che influenzano “la dispersione” del calore interno oltre che la produzione di calore legata alle forze mareali???

    sorrisorestoinattesa 🙂

  10. Credo che Mercurio possieda ancora una discreta fonte interna di calore per il fatto che il rapporto nucleo/superficie che caratterizza il pianeta è più piccolo di quello degli altri pianeti rocciosi. Ovvero, in proporzione, Mercurio presenta un nucleo (di composizione simile a quella terrestre) molto grande rispeto alle ridotte dimensioni del pianeta, si stima grande fino all’80% del raggio mercuriano; il pianeta quindi possiede una superficie radiante proporzionalmente più piccola di quella di Venere o Marte; di conseguenza i tempi di dispersione del calore per questi ultimi sono risultati più piccoli di quelli di Mercurio. Inoltre, alcune ricerche pubblicate nel 2007 su “Science”, condotte con radar di alta precisione negli Stati Uniti e in Russia, hanno confermato l’idea di una frazione liquida nel nucleo di ferro-nichel. È quindi possibile distinguere un nucleo interno solido ed un nucleo esterno liquido. Questo si è dedotto dal fatto che il pianeta mostra una densità insolitamente alta, simile a quella terrestre.

  11. Se Mercurio (?) Luna e Marte si sono spenti in fretta, quali sono i tempi di raffreddamento della Terra?

  12. @ francisca
    😆 😆 😆
    SPIRITOSAAAAAAA 😈 😆 😆

    (e il resoconto dell’eclisse in Cina? 😉 )

  13. @paola
    scusatemi ma torno a casa questa sera (tardi …dopo l’aperitivo). le altre sere sere sono arrivata a casa tardi..e purtroppo bisogna pure lavorare!!! 😯 😯 ma entro sabato promesso…ok?

  14. @tutti,
    ad alcune domande si è già risposto molto bene. aggiungerei che la rotazione di venere così lenta è dovuta alle forze mareali del Sole che l’ha per così dire bloccata. per il campo magnetico, posso dire che sappiamo ancora poco sui meccanismi completi. Tuttavia, un nucleo fuso è probabilmente presente in tutti i pianeti. E’ la crosta che è troppo spessa per fare uscire il magma all’esterno. I meccanismi di dispersione del calore sono numerosi, ma in generale sono sempre legati alla superficie attraverso cui il calore si propaga… e quindi vanno col quadrato e non con il cubo come la massa.

  15. Quando ho scoperto quanto fosse inospitale Venere, temperature altissime, venti vorticosi…mi sono molto stupita. Venere è la Dea della bellezza! HMMM
    😯
    Grazie Enzo, come sempre

  16. e’ possibile che Venere non abbia la tettonica a placche per la differente composizione del mantello terrestre forse più fluido e ricco di materiale volatile. Credo che però dobbiamo cercare l’anomalia sulla Terra e non su Venere. E’ possibile che l’acqua sia stata portata sulla terra dal corpo celeste che ha impattato con il pianeta, creando la Luna e sicuramente spazzando via nel contempo l’atmosfera primordiale. Mentre la Terra è nata da due pianeti che si sono fusi, uno ricco di ferro formatosi vicino al sole nella posizione attuale, un’altro delle dimensioni di Marte o superiore che proveniva dagli ambienti ricchi di sostanze volatili del sistema solare esterno. Nell’impatto il mantello si è arricchito di questi materiali. La Luna ha poi fatto da bilanciere per l’orbita, stabilizzandola e tenendo caldo il mantello che le forze mareali. Venere non ha avuto questa fortuna, è rimasto forse fin dall’origine relativamente secco. Le forze mareali del Sole non spiegano il rallentamento e l’inversione di rotazione. Credo che il pianeta sia nato cos’ì fin dall’origine, e il motivo è da ricercarsi nella conformazione della nube primordiale (casuale). Inoltre la poca acqua proveniente dal degassamento e da qualche piccola cometa si è ben presto dispersa nello spazio a causa della scarsa rotazione e conseguente assenza di campo magnetico Inoltre malgrado Venere sia dentro l’area abitabile della nostra stella ha avuto una storia diversa. Vi sono quindi altri parametri che entrano in gioco. P.S: la quantità di calore che penetra l’atmosfera di Venere è di molto inferiore a quella che penetra nell’atmosfera terrestre per via del maggiore albedo delle nubi. E’ l’opacità all’infrarosso dell’atmosfera all’irragiamento dalla superficie che rende il pianeta un inferno.

    Chissà magari il pianeta è così perché una civilta tecnologica vissuta sul pianeta 2 o 3 miliardi di anni fa ha cominciato a buttare schifezze in atmosfera inquinandola in una maniera pazzesca. 😀 ma ? ma? chissà ?