I satelliti più lontani a confronto

Ma i satelliti più lontani, quanto sono lontani? Quant’è lontana la Luna rispetto ai satelliti più noti, come Titano o i satelliti medicei? Abbastanza, ma ancora niente in confronto con i satelliti più lontani, come vedremo nei ragionamenti successivi.


Satelliti più lontani a confronto

Come abbiamo fatto nell’articolo precedente per analizzare le proporzioni del sistema solare ed in particolare dei satelliti che ruotano al seguito di quasi tutti i pianeti (ad eccezione , come è noto, di Mercurio e Venere), ci avvarremo di una figura (disponibile anche in formato PDF) che ho disegnato rigorosamente in scala, a partire dai dati di distanza dei satelliti e dai raggi dei pianeti. Nell’altro articolo, avevo scelto una scala in modo da rendere visibile l’orbita della Luna e dunque gli anelli di Saturno.

In questo caso ho cercato di far stare nel disegno il maggior numero possibile di satelliti (ma non ci sono riuscito!), mostrando pure, con la linea verticale tratteggiata rossa, dove ero arrivato nell’altro disegno: come dire che l’altro disegno (complicato vero?) entra tutto tra il bordo sinistro della figura e la linea verticale rossa vicina!

Nella figura ho inoltre riportato altre linee verticali tratteggiate arancioni che indicano (come segnalato in alto) una distanza che va progressivamente da 10 a 60 volte la distanza Terra-Luna (che d’ora in poi indicherò con la sigla TL): in questo modo avremo un raffronto immediato. Ho infine voluto rappresentare con un dischetto giallo il Sole, tanto per avere altri termini di confronto.

Detto dunque che la Terra non è nemmeno rappresentabile con un dischetto e che l’orbita della Luna è ben all’interno della linea rossa verticale, iniziamo ad analizzare il sistema esterno di satelliti di Giove. Partendo perciò da dove ci eravamo fermati, al di là di Io, troviamo subito gli altri 3 satelliti medicei (Europa, Ganimede e Callisto), l’ultimo dei quali si trova a circa 6 TL.

Ricordo che tutte le distanze dei satelliti vanno sempre considerate secondo la convenzione astronomica e cioè si parla sempre della distanza tra i centri degli oggetti.

Il satellite successivo di Giove è Temisto, che orbita a quasi 20 TL e quello successivo ancora è Leda, che con Imalia, Lisitea ed Elara formano il cosiddetto “gruppo di Imalia” e stanno a cavallo di 30 TL. Di questo gruppetto fa parte anche un satellite che ancora non ha ricevuto un nome. Successivamente abbiamo Carpo ed un altro innominato a circa 45 TL, e poi un altro gruppo, il “gruppo di Ananke”, centrato sul satellite omonimo, intorno a 55 TL, rappresentato da Euporia, 2 innominati, Telsinoe, Euante, Elice, Ortosia, Giocasta (finalmente un nome noto!), un altro innominato, finalmente Ananke, Praxidike, Harpalyke, Ermippe, Tione e Mneme.

Poi c’è un altro gruppetto poco sopra i 60 TL, il “gruppo di Carme”, formato da Aitne, Cale, Taigete (una delle Pleiadi, no?), Caldene, Erinome, Callicore, altri nomi ai più sconosciuti che vi risparmio, nonchè Carme stessa.

Infine c’è un altro gruppo, il “gruppo di Pasifae”, caratterizzato da personaggi altrettanto sconosciuti, al secolo Pasifae stessa, Sinope, Sponde, Autonoe, Calliroe e Megaclite.

Al computo dei 63 satelliti di Giove ne manca uno solo, per giunta innominato, ancora più lontano ma ben al di fuori della figura.

Dopo questo elenco e questi valori di TL, c’è da dire che le distanze dei vari satelliti cominciano e diventare veramente enormi: 60 TL sono quasi 25milioni di km, addirittura 1/6 della distanza Terra-Sole, ma vedremo un satellite di Nettuno che viaggia a 48milioni di km, quasi 1/3 di unità astronomica. Pazzesco! Riuscite ad immaginare, una volta arrivati su Nettuno, quanto tempo ci vorrebbe per raggiungerlo? Altro che i tre giorni per arrivare sulla Luna!

Passiamo ora a Saturno, i cui anelli spettacolari sono al di là della riga verticale rossa: i satelliti che incontriamo andando verso l’esterno sono quelli ben noti e che magari conosciamo come tiritera, ma con due intrusi: Rea, Titano, Iperione, Giapeto, Kiviuq, Ijiraq e Febe. A parte i due satelliti con la “q” finale (che hanno nomi Inuit), tutti gli altri satelliti sono ben noti ed in studio da parte degli scienziati della NASA grazie alla presenza della sonda Cassini in quella remota plaga dell’universo: addirittura di Rea si pensa che sia il primo satellite in assoluto ad avere un sistema di anelli!

Titano, ricoperto da nubi di gas metano, è il secondo satellite del sistema solare per dimensioni ma anche l’unico satellite a presentare un’atmosfera, Iperione invece presenta una superficie pienissima di crateri tanto da assomigliare ad una spugna.

Giapeto invece presenta una superficie rocciosa dicotomica, nel senso che ha una parte molto scura, quasi nera e un’altra parte invece molto riflettente, craterica e ricca di ghiacci. Infine Febe, per tanto tempo l’ultimo satellite della corte saturniana, ha anche lui una superficie molto scura e ricca di crateri. Ma mentre fino a Giapeto stavamo ben al di sotto di 10 LT, ecco che invece Febe è già molto distante, a molto più di 30 LT da Saturno. Ma oramai è ben lungi dall’essere il satellite più lontano.

Così come nel caso di Giove, anche i satelliti di Saturno più esterni sono stato raggruppati a seconda di caratteristiche che li accomunano: in alcuni casi non sono stati raggruppati più per distanza, ma ad esempio per inclinazione del piano orbitale. Questo però non ci aiuta, dato che analizzando i satelliti per distanza, come sto facendo, risulterebbero mischiati tra loro.

Comunque esiste il “gruppo Inuit”, del quale fanno parte (oltre ai due satelliti con nomi che presentano la “q” già visti) altri tre in rima e cioè Paaliaq, Siarnaq e Tarqeq.

Il “gruppo Nordico” invece è formato da una serie quasi infinita di satelliti dai nomi impronunciabili (ma anche innominati), quali Greip, Jarnsaxa, Mundilfari, Suttungr, Hati, Thrymr, Aegir, Fenrir, Surtur, Ymir, Loge e Fornjot, nonchè da due sottogruppi “di Skathi” e “di Narvi”. Al primo appartengono, oltre al capostipite, Skoll, Hyrrokkin, Bergelmir, Farbauti, Kari e qualche innominato, mentre al secondo sottogruppo appartengono solamente Narvi e Bestla.

Infine c’è il “gruppo Gallico” con satelliti dai nomi decisamente più simpatici, quali Albiorix (sarà parente di Asterix?! No, è nientemeno che Toutatis, ben noto per l’esclamazione “per Toutatis”!), Bebhionn, Erriapo e Tarvos.

Ma dove sono posizionati questi satelliti? Di tutti quelli citati, ne ho indicati in figura solo alcuni: sono comunque tutti oltre i 40 TL, fino a poco più di 60 TL e perciò lontanissimi!

Per quanto riguarda Urano, eravamo arrivati a Titania. Ecco dunque Oberon, noto fin dal 1787 grazie ad Herschel, che si trova relativamente vicino al suo pianeta. Invece gli altri 9 satelliti, scoperti tutti a cavallo del terzo millennio, hanno innanzitutto nomi più gradevoli (a parte un’eccezione…) e risultano del tutto sparpagliati tra 10 e 55 TL, senza formare gruppi di sorta. Comunque sparpagliati è dire poco: ad esempio tra Sicorax e Margherita ci sono al minimo 2milioni di Km!

I nomi dei satelliti e la loro collocazione spaziale stavolta si legge molto bene dalla figura, per cui non mi dilungo oltre.

Dei satelliti di Nettuno invece si può dire che sono ancora più sparpagliati e lontani tra loro. Nereide, che per tanto tempo è stato il secondo ed ultimo satellite, si trova a quasi 15 TL, mentre il successivo, Alimede (finalmente nomi facili!), si trova a poco più di 40 TL! Tra i due c’è la bellezza di poco più di 10milioni di Km, 1/15 di unità astronomica!

Altro salto fino a quasi 60 TL, dove troviamo Sao (una Nereide, nulla a che vedere con il caffè…) e la sua collega Nereide Laomedea. E gli ultimi due satelliti? Ben al di fuori della figura! Ma ora vediamo dove sono posizionati.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 535 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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5 Commenti

  1. Incredibile!!!!
    Non pensavo che ci fossero satelliti talmente distanti dai pianeti stessi. 😮 ❗

  2. @ pierluigi
    come quando si studia anatomia, in prima battuta la curiosità la rende più attraente, poi potrebbe anche sembrare arida….. ma come faremmo senza l’anatomia???
    questo articolo, redatto magistralmente come il primo, è come uno di quei manualetti che devi avere sempre a portata di mano per riuscire a ben interpretare quello che leggi, senti vedi… dipende…
    o se vogliamo un esempio più pratico come le figure che si trovano appena apri il libretto di istruzioni… schematiche ma essenziali per capire le istruzioni successive…
    certo non da adito a dissertazioni filosofiche, ma ci offre un quadro schematico ma assolutamente chiaro e preciso del “sistema satelliti” in relazione allae distanze, all’interno del sistema solare

    ” da salvare sul desktop per averlo a portata di mano quando ci si imbatte in un articolo che parla di satelliti sotto altre prospettive, oppure leggerlo di tanto in tanto per memorizzare visivamente i rapporti”

    grazie per l’ottimo aiuto ai principianti come me!!!!

    sorrisodamanuale 😀

  3. Praticamente dei mini-sistemi solari al”interno del nostro…e comunque chissà come sarebbe avere anche noi 4-5 satelliti di varie dimensioni e distanze oltre la Luna…. 😀

  4. Utilissimo riepilogo del sistema solare, negli ultimi anni ne sono spuntati parecchi e io (come altri credo) me ne ero persi parecchi.
    Non mi stupisce invece il fatto che sia Nettuno ad avere i satelliti più lontani, evidentemente la minor gravità solare permette al pianeta , abbastanza grosso, di tenere legati satelliti anche a grandi distanze.