L’eclisse totale di Sole, in un ben definito luogo della Terra, è un evento piuttosto raro e se veramente ciò che descrive Omero è un’eclisse, ciò darebbe una quasi sicura datazione della guerra di Troia.
Oggi, Marcelo O. Magnasco, capo del Laboratory of Mathematical Physics alla Rockefeller University, e Constantino Baikouzis del Proyecto Observatorio all’Observatorio Astronómico di La Plata, Argentina, credono di aver trovato chiari segnali astronomici nel testo, che, valutati nella loro sequenza temporale, gettano una nuova luce sull’epoca dell’epico viaggio.
I due ricercatori hanno identificato 4 eventi: il primo è che nel giorno della carneficina vi era la Luna Nuova (come ripetuto varie volte da Omero) e questo è ovviamente un requisito fondamentale per avere un’eclisse totale di Sole. Il secondo è che sei giorni prima, Venere era ben visibile alto nel cielo. Il terzo è che ventinove giorni prima le costellazioni delle Pleiadi e del Bootes erano visibili simultaneamente al tramonto. Infine, trentatré giorni prima, Omero potrebbe avere descritto Mercurio alto al tramonto e vicino all’estremo occidentale della sua traiettoria (Omero scrive che Hermes (Ossia Mercurio) si spostò verso ovest per portare un messaggio e tornò velocemente indietro verso est).
Astronomicamente, questi fenomeni capitano a differenti intervalli di tempo, cosicché la loro precisa collocazione non può ripetersi se non in una data esatta. Questa data è stata ben calcolata dai nostri scienziati: il 16 aprile del 1176 avanti Cristo, lo stesso giorno in cui è assodato che vi sia stata un’eclisse totale a Itaca. Se questo è vero tutta la descrizione della strage assume una nuova luce. In ogni modo, Magnasco e Baikouzis, sarebbero ben lieti anche se ciò fosse alla fine privo di fondamento, in quanto avrebbe comunque stimolato varie persone a rileggersi l’Odissea per cercare i collegamenti astronomici. E questo sarebbe già un enorme risultato!
“Poveri uomini, quale terrore è questo che vi sta così sconvolgendo ? la notte copre le vostre teste ed i vostri volti, e scende giù fino alle ginocchia – urla di lutto stanno bruciando nel fuoco – le guance rivelano il pianto – le pareti e le travi grondano sangue. Fantasmi si accatastano all’entrata, nel cortile, si assiepano nel regno della morte e del buio ! Il sole si oscura – guardate – ed una nebbia letale si spande tutt’attorno!”
Omero (traduzione originale di Robert Fagles, tradotta in italiano dallo scrivente)
ma quante cose potrebberco raccontarci le stelle???? 🙄
@arranita
una cosa che mi affascina moltissimo dell’osservazione è proprio la storia: penso di guardare qualcosa che non è mai cambiata ai nostri occhi fin dalla nascita dell’uomo. Per farti un semplice esempio la Luna esiste ovviamente da prima dell’uomo e gli antichi la vedevano ad occhio nudo proprio come noi la vediamo oggi… forse questa cosa non ha molto senso, però ci penso ogni volta! E’ proprio vero che lo studio astronomico può insegnarci molto di quello che siamo o che eravamo!
Il cielo,non dimentichiamocene,ha sempre affascinato l’uomo.Chissà in quali e quanti libri e racconti antichi si potrebbero trovare altri riferimenti a fenomeni celesti utili anche per documentarne l’esatta età…
Effettivamente la data sarebbe compatibile con il periodo in cui si colloca la caduta di Troia descritta da Omero.
In quel frangente sono stati uccisi 108 proci pretendenti alla mano di Penelope, esclusiva custode dell’arco di Ulisse, dal fedele compagno che ritornava dopo venti anni. Chissà perché ma 108 congiunzioni ventennali di Giove Saturno equivalgono a uno spostamento precessionale di 30°. Le conoscenze scientifiche in assenza della scrittura venivano trasmesse da ogni popolo antico con racconti facilmente trasmissibili.
http://www.chilometrando.org/tela_penelope.htm