La più recente supernova galattica

Il confronto tra le osservazioni del VLA effettuate negli anni 80 e all’inizio dell’anno e il contributo di recenti immagini di Chandra hanno permesso di individuare la supernova più recente esplosa nella Via Lattea.


La più recente supernova galattica

E’ il momento di aggiornare un dato storico riportato da tutti i manuali di astronomia riguardante le supernovae della Via Lattea. L’affermazione che l’ultima supernova esplosa nella Via Lattea sia quella che si accese in Cassiopea intorno al 1680 non è infatti più valida. Al suo posto è necessario mettere un evento che si sarebbe dovuto osservare circa 140 anni fa in direzione della costellazione del Sagittario.

Il motivo per cui tale evento è sfuggito alla nostra osservazione è che il luogo dell’esplosione si trova dalle parti del centro galattico. Ci hanno dunque pensato le spesse nubi di polveri e gas che si trovano in quei paraggi a nascondere completamente ogni traccia.

Da una ventina d’anni, però, gli astronomi sospettavano qualcosa. Nel 1985, infatti, un team di ricercatori guidati da David Green (University of Cambridge) aveva scoperto grazie al VLA la presenza di un possibile residuo di supernova presso il centro galattico. Nel dominio radio le polveri non costituiscono più un ostacolo insormontabile per le osservazioni, ecco spiegata la scelta di Green di utilizzare il VLA per la sua caccia ai residui di supernova. Quel residuo, battezzato G1.9+0.3, era molto piccolo, dunque si doveva trattare di un evento piuttosto recente. Difficile, però, quantificare con precisione l’epoca dell’esplosione.

Tra febbraio e marzo dello scorso anno, il residuo di supernova è stato studiato nel dominio X dal team di Stephen Reynolds (North Carolina State University) puntando da quelle parti le ottiche dell’osservatorio orbitante Chandra. E’ stato proprio il confronto con i dati di Green che ha permesso di determinare con estrema precisione l’entità dell’espansione del residuo, suggerendo che l’esplosione di supernova che l’ha generato risalga a 140 anni fa. La stima è stata pienamente confermata dalle nuove osservazioni radio effettuate all’inizio di quest’anno dal team di Green ancora con il VLA.

Trattandosi di un residuo recente che si trova – si fa per dire – a due passi da casa, gli astrofisici si attendono molto dal suo studio e già la scoperta che quel guscio di detriti si sta espandendo alla notevole velocità di circa 56 milioni di chilometri orari (il 5% della velocità della luce) lo indica come sicura fonte di preziose informazioni. La scoperta, però, può anche aiutare a far tornare qualche conto statistico. Lo studio delle altre galassie, infatti, suggerisce che nella Via Lattea ogni secolo si debbano accendere in media tre supernovae.

Ma i dati osservativi sono piuttosto lontani da questo valore. La scoperta che, come è successo per la supernova che ha originato G1.9+0.3, qualcuna di queste esplosioni ci sia sfuggita perchè nascosta dalle polveri del centro galattico è un notevole stimolo per chi sta dando la caccia alle supernovae mancanti all’appello.

Fonte: Coelum

Informazioni su Stefano Simoni 643 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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9 Commenti

  1. Avevo letto da qualche parte che l’esplosione di una supernova a meno di 200 anni luce da noi sarebbe stata letale per la vita sulla Terra 😯 …questa è esplosa a 140 e siamo ancora qui…c’è qualcosa che non quadra 😆

  2. Salve Moreno,

    Credo che i 140 anni che vengono citati nell’articolo si riferiscano al momento in cui sarebbe dovuta essere osservata dalla terra non alla sua effettiva distanza. Credo che la zona citata nell’articolo disti molto di più visto che è situata vicino il centro galattico.
    Comunque, supponendo che esploda una supernova a 200 anni luce da noi, considerando che i detriti viaggiano al 5% della velocità della luce ci vorrano ben 4000 anni prima che qualche detrito arrivi fino a noi. Inoltre, la densità della materia che viene espulsa diminuisce per il quadrato della distanza. Non so quanto era densa la stella in origine, ma credo che la densità di materia che arriverebbe sulla terra tra 4000 anni non sarebbe un grosso problema.
    Se dico cavolate qualcuno mi corregga.

    Silvio

  3. Sì, la luce di quell’esplosione lontana migliaia di anni luce ha impiegato millenni per raggungere la Terra e il momento in cui è giunta è stato intorno al 1870 (140 anni fa). Ora la vediamo com’era 140 anni dopo l’esplosione, in differita di circa 25’000 anni.

    @Silvio
    Più che i detriti, si parla delle radiazioni, come citava una delle ipotesi sulla scomparsa dei dinosauri (una supernova esplosa a meno di 50 anni luce, se ricordo bene)

  4. ah, ok, ora è chiaro, grazie a tutti 😀
    @ n.b. in pratica quelli mortali sarebbero i raggi gamma, i quali distruggerebbero lo strato di ozono, no?^

  5. che emozioneeeeeeeee!ogni volta che sento aggiornamenti sul cosmo mi vengono i brividi a pensare quante cose potrebbero raccontarci i corpi celesti se potessero parlare!
    Scusatemi…ma sn un’inguaribile, romantica sognatrice! 😉

  6. …ehi arranita, mi raccomando non svenire, metti che ti perdi 3 o 4 supernove nel frattempo! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: …..scherzo, eh! ciao

  7. Cattivo Pierluigi!Non me lo ricordareeeee! 😥
    MOreno cercherò di non svenire… 😆
    Cmq vorrei rivedere il cielo…in queste sere è sempre nuvoloso…mi mette tristezza non vedere il cielo per più di due sere…
    🙁