Sinestesia astronomica

Per sinestesia s’intende una figura retorica in grado di combinare delle parole o degli aggettivi che si riferiscono a sfere sensoriali differenti, come ad esempio un grigio silenzio, che coinvolge la vista e l’udito. Ci sono esempi in astronomia?


Sinestesia

Esistono casi di sinestesia in astronomia? Pensandoci un po’ ne emergono due interessanti: l’ $anno luce$ e la temperatura di colore. L’ anno luce è la distanza percorsa dalla luce in un anno, introdotta perché in astronomia le distanze sono così grandi che i normali chilometri sono assolutamente poco pratici da utilizzare, ma soprattutto da scrivere. Per fare un esempio, l’ormai non più pianeta Plutone dista da noi circa sei miliardi di chilometri, ovvero 0,6 millesimi di anno luce che solitamente si abbrevia con a.l..

La stella più vicina è quasi a quarantamila miliardi di chilometri, cioè a 4,3 a.l., mentre la galassia in cui risediamo è un disco più o meno del diametro di centomila a.l., pari a circa un miliardo di miliardi di chilometri, che se dovessimo scrivere in cifre diventerebbe 1.000.000.000.000.000.000 di km, decisamente più agevole scrivere 100.000 a.l..

Tornando alla sinestesia, l’anno luce coniuga il primo vocabolo, legato alla percezione del tempo, con il secondo, che è legato al senso della vista, ricavandone un’unità di misura di lunghezza e costituisce dunque quello che, in un certo senso, si potrebbe definire come un curioso esempio di “sinestesia multipla”.

Passando alla temperatura di colore, iniziamo a ricordare che, per esempio, scaldando una pietra il suo colore muta al variare della sua temperatura: quando è rossa è incandescente, mentre quando la temperatura è ancora più elevata, il colore della luce emessa diventa blu o azzurro sempre più chiaro. Ritornando in campo astrofisico, questa espressione indica una relazione che lega la temperatura di un oggetto ed il colore della luce che emette e viene usata per determinare la temperatura delle stelle osservate. Tale parametro è necessario, per esempio, quando si cerca di determinare come la stella si sta evolvendo, ma lo stesso principio viene usato anche in altre branche della scienza quando non si può semplicemente mettere un termometro vicino all’oggetto di cui si vuole misurare la temperatura.

Le stelle che appaiono azzurre possono dunque raggiungere temperature superficiali anche di milioni di gradi, mentre il Sole, che si presenta di un bel colore giallo-rossastro, si mantiene a circa 5000 gradi centigradi. Quando poi la superficie di una stella è più fredda di alcune migliaia di gradi, inizia a diventare poco visibile perché la luce emessa si sposta nella banda dell’infrarosso, che non possiamo percepire ad occhio nudo, ma solo grazie ad apparecchiature particolari.

A questo punto, vi sono venuti in mente altri esempi di sinestesia astronomica?

Informazioni su Gabriella Bernardi 75 Articoli
Laurea in Fisica e master in divulgazione scientifica, ha lavorato presso l’Alenia Spazio di Torino (missione Rosetta), passando poi a tempo pieno alla divulgazione scientifica, soprattutto nel campo astronomico. La sua attività principale è quella di giornalista freelance per riviste e periodici, anche on-line, che alterna con altre attività in campo divulgativo come la collaborazione alla realizzazione del Planetario e Museo dell’Astronomia e dello Spazio di Pino Torinese o l’attività di animatrice in piccoli planetari e mostre. Attualmente partecipa anche al programma di informatizzazione e digitalizzazione dell’archivio di lastre fotografiche dell’Osservatorio Astronomico di Torino. Recentemente le è stato assegnato il premio giornalistico per la divulgazione scientifica “Voltolino”.

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2 Commenti

  1. Fors’anche Evoluzione stellare?
    le stelle non evolvono, invecchiano e muoino!