
Luna
A differenza dei telescopi tradizionali, i cui specchi sono realizzati in vetro o altro materiale lucidato ben bene e reso perfettamente riflettente, un telescopio a specchio liquido ha lo specchio primario realizzato proprio con materiale liquido riflettente. Collocato il liquido entro un recipiente, lo si pone in rotazione facendogli in tal modo assumere la forma di un paraboloide, curvatura necessaria perchè i raggi luminosi provenienti dagli astri vengano convogliati verso lo specchio secondario e le apparecchiature di ripresa.
Nel 1991, dalle pagine di Astrophysical Journal, Ermanno Borra (Université Laval) aveva proposto la costruzione di un telescopio a specchio liquido sulla superficie della Luna. Secondo il ricercatore una simile soluzione non solo avrebbe consentito enormi risparmi economici rispetto ai telescopi convenzionali, ma avrebbe portato anche incredibili vantaggi dal punto di vista osservativo. Da allora, però, non se ne era più parlato, anche perchè alcuni aspetti del progetto erano piuttosto problematici.
Nel 2004, però, l’idea di Borra incontra il sostegno finanziario dell’Institute for Advanced Concepts della NASA, interessato a verificare se la soluzione potesse essere realizzata concretamente oppure abbandonata al solo beneficio degli scrittori di fantascienza. Qualche giorno fa, però, si è avuta la conferma che l’idea potrebbe proprio funzionare. Nell’ultimo numero di Nature, infatti, Borra e il suo team spiegano come siano riusciti a risolvere il problema principale del progetto: trovare un liquido riflettente in grado di poter funzionare senza problemi anche a temperature di oltre 140 gradi sotto zero.
I ricercatori sono riusciti a vaporizzare sotto vuoto un rivestimento d’argento sulla superficie di un liquido ionico e questo rivestimento non solo ha dimostrato di rimanere stabile nel tempo, ma ha anche ostacolato la stessa evaporazione del liquido. La superficie d’argento risultante, poi, si è dimostrata perfettamente liscia e dotata di ottima riflettività, caratteristiche cruciali per lo specchio di un telescopio. Lo studio di Borra non risolve certo ogni aspetto problematico del progetto, ma costituisce indubbiamente un notevole contributo in favore della sua fattibilità.
I tecnici dell’Université Laval suggeriscono che un telescopio liquido costruito sulla superficie della Luna e dotato di uno specchio tra i 20 e i 100 metri di diametro potrebbe garantire una sensibilità 1000 volte maggiore di quella del prossimo telescopio spaziale. Probabilmente vi sarà un pizzico di propaganda, ma l’idea è molto attraente.
Fonte: Coelum