La prima passeggiata sulla Luna era stata compiuta. I campioni di roccia caricati a bordo.
La navetta spaziale era pronta alla partenza. Nel giro di poche ore il modulo Eagle avrebbe lasciato il suolo lunare, qualcosa che nessuna navetta spaziale aveva fatto finora. Neil era cosciente dell’impresa che aveva compiuto. Si raggomitolò vicino alla copertura del motore della Eagle e socchiuse gli occhi.
Ma non riusciva a riposare…
Anche Edwin “Buzz” Aldrin, steso sul piccolo pavimento del modulo di atterraggio, si allungò quanto più possibile nella sua tuta spaziale, e chiuse gli occhi per riposare prima del viaggio di ritorno. Ma niente, in un giorno come quello dormire era fuori questione.

Sopra: la Terra sorge, vista dalla Luna. Credits: NASA
20 luglio, 1969: la storica giornata ebbe inizio sul lato nascosto della Luna, dove Armstrong, Aldrin e Mike Collins sorvolavano la vasta e desolata distesa di crateri, all’$altezza$ di 60 miglia.
Nessuno sulla Terra può vedere il lato nascosto della Luna. Ancora oggi rimane un territorio poco esplorato e avvolto dal mistero, ma gli astronauti non avevano il tempo di godersi quello spettacolo.
Collins schiacciò un pulsante e la navetta spaziale si divise in due moduli. Il primo – il Columbia – rimase in orbita con lo stesso Collins a bordo, mentre l’altro – la Eagle – veniva proiettato nei pressi del Mare della Tranquillità, dove Armstrong e Aldrin avrebbero compiuto “un piccolo passo per la storia, ma un grande passo per l’umanità”.
“Avete il GO per la discesa” disse la base Houston, “potenza ai motori”.
Lo scafo di questo piccolo veicolo spaziale era talmente fragile che anche un bimbo, con un pugno, avrebbe potuto bucarlo, figuriamoci cosa avrebbe potuto fare una di quelle rocce appuntite che si intravedevano.
Così, mentre Armstrong notava che il computer li stava guidando proprio verso uno di quei massi, prese velocemente il controllo manuale per cambiare direzione. Il pericolo fu scampato per un pelo.
In quel mentre, degli allarmi sonori si udivano in sottofondo.
“Allarme di programma”, disse Armstrong. “E’ un 1202”. Il codice era praticamente sconosciuto, e nessuno diede una risposta immediata in merito al suo significato. La missione era da annullare? Dovevano proseguire con le manovre di atterraggio? “Cosa sta succedendo???”, insisteva Neil.
Dopo attimi di caos, un giovane ingegnere di nome Steve Bales diede la prima timida risposta: Il sistema di orientamento radar stava interferendo con il computer principale. Nessun problema bloccante.
“Avete il GO” si udì dalla base Houston.
La missione poteva proseguire. Tuttavia le cose non andarono esattamente come pianificato. Si pensava che il Mare della Tranquillità fosse abbastanza piatto da consentire un atterraggio facile, in realtà non era così piatto visto dalla cabina di pilotaggio della Eagle.
Armstrong scrutò la superficie sconnessa per trovare un punto favorevole. Dalla base Houston il countdown era già iniziato..”60 secondi” si udiva .. “30 secondi”. Il contatto con la base fu interrotto quando arrivarono i primi dati della telemetria. Veloci, erano andati troppo veloci, la navetta spaziale forse sarebbe stata a corto di carburante per la procedura di rientro a Terra.
Finalmente Neil Armstrong, con grande sollievo della base Houston, comunicò: “Ho trovato un’area adatta all’atterraggio”. In quegli attimi i bio-sensori collegati al suo cuore riportavano una pulsazione di 156 battiti al minuto.
La spia segnava solo il 5,6% di carburante quando la Eagle si stabilizzò al suolo del Mare della Tranquillità.
Immediatamente i due astronauti prepararono l’occorrente per la ripartenza. La NASA aveva preso alcune cautele. Nessuno era mai atterrato sulla superficie lunare prima d’ora. Cosa sarebbe successo se le basi d’appoggio fossero affondate nella polvere lunare? E se durante la fase di atterraggio la capsula avesse riportato dei danni?
Mentre Neil e Buzz completavano le procedure di ripartenza, Houston leggeva le telemetrie in cerca di eventuali problematiche. Fortunatamente tutto andò per il verso giusto, e tre ore dopo l’atterraggio, finalmente, la base diede l’OK.
La passeggiata aveva inizio!
Alle ore 9:56pm, Neil Armstrong scese la scaletta e fece il “primo piccolo passo” (piede sinistro) nella storia. Coperto dall’ombra della Eagle, si guardò attorno: la prima sensazione fu di vera desolazione, un pò come il deserto alto degli Stati Uniti. Houston gli ricordò subito di prelevare dei campioni di roccia e polvere, cosa che Neil fece immediatamente. Se, per qualsiasi ragione, gli astronauti fossero dovuti ripartire in fretta, gli scienziati a terra avrebbero avuto comunque dei campioni di materiale lunare per compiere esperimenti.
Subito dopo fu la volta di Buzz. “Vista stupenda!” esclamò appena raggiunse la larga base d’appoggio della Eagle. “Magnifica desolazione”, rispose Aldrin.
Queste ultime due parole riassunsero l’essenza della Luna. I crateri da impatto, i massi traballanti, gli strati di regolite (polvere lunare), tutto questo era assolutamente alieno.
Tuttavia la sensazione era strana, sentivano quasi di trovarsi a casa.Tempo dopo gli astronauti dell’Apollo ebbero le stesse sensazioni. Forse perchè da Terra si guardava alla Luna così tanto spesso. Oppure perchè è probabile che la Luna sia un “pezzo di Terra”, sbalzato via dal nostro giovane pianeta miliardi di anni fa. Nessuno può dirlo con certezza, era così e basta.

Sopra: Buzz Aldrin e la Eagle. Credits: $NASA$
In verità, i due astronauti si trovarono a viso aperto con una realtà bizzarra. l’ambiente privo di atmosfera si mostrò in tutta la sua chiarezza, e l’orizzonte sembrava stranamente prossimo a loro, quasi finisse in una curva, effetto dovuto sicuramente alle dimensioni ridotte del corpo celeste.
“Le distanze sono ingannevoli” notò Aldrin.
La visione dello spazio fu altrettanto sconcertante. Sebbene la Eagle fosse atterrata in una zona che potremmo definire di “mattina lunare”, il cielo era scuro come se fosse mezzanotte.
Il paradiso degli astronomi? Assolutamente no, non era visibile nemmeno una stella.
La luce abbagliante del sole stava rovinando la visuale agli astronauti. Solo la Terra era abbastanza lucente da essere osservata, di colore blu e bianco, sospesa nel vuoto. Magnifica.
Armstrong rimase particolarmente affascinato dalla polvere lunare, che continuava a smuovere con i suoi scarponi. Sulla Terra quei movimenti avrebbero provocato una nuvola di polvere nell’aria. Ma sulla Luna non c’è aria.
“C’è solo un piccolo $anello$ di particelle, niente altro, nè polvere, nè vortici, niente di niente. E’ veramente unico”.
Ad ogni modo, era giunto il momento di lavorare.
Neil e Buzz lessero la checklist, installarono un collettore di vento solare, un sismometro ed un retroflettore laser. Eressero una bandiera e piazzarono una placca con su scritto: “Veniamo in pace per tutta l’umanità”.
Fecero la prima telefonata interpanetaria: “Posso solo dirvi quanto siamo orgogliosi” disse loro il presidente Nixon.
Collezionarono 47 libbre di roccia lunare e scattarono 166 foto.
Finalmente, dopo 2 ore e mezzo di lavoro, fu tempo di pensare al ritorno sulla Terra. La checklist proseguì, tornare sulla Eagle, stivare le rocce raccolte, preparare la capsula (nuovamente) per la partenza. Mangiare la cena: stufato di manzo o brodo di pollo. E finalmente, dormire.
Ma riposare era davvero impossibile: “Non riesci a chiudere occhio mentre aspetti (per la ripartenza)” confessò Aldrin dopo la missione.
La Eagle non era il posto ideale per dormire. La piccola cabina era piena di rumori e le molteplici luci di allarme non potevano essere attenuate. I finestrini erano incandescenti per via del calore intenso della luce solare. “Dopo essermi seduto per provare a prendere sonno, mi resi conto che c’era qualche altro elemento di disturbo”, disse Armstrong. La capsula era dotata di un telescopio ottico installato alla stessa maniera dei periscopi dei sottomarini. “Vedevo la Terra sorgere nell’oculare del telescopio. Era come una luce puntata negli occhi”.
Per ottenere un pò di tranquillità chiusero le visiere delle tute spaziali. Ora c’erano meno rumori, e soprattutto si evitava di respirare la regolite portata a bordo dopo la passeggiata lunare.
Tuttavia, la soluzione non funzionò. Il sistema di raffreddamento delle tute spaziali, necessario per resistere alla temperatura esterna della superficie illuminata dal sole, rendeva insopportabile il clima all’interno della Eagle.
Così Aldrin cercò nervosamente di riposare un paio d’ore, mentre Armstrong rimase semplicemente sveglio.
Finalmente arrivò l’ora tanto agoniata…
“Tranquility Base, Tranquility Base, qui Houston, rispondete…passo”
Armstrong rispose immediatamente:
“Buon giorno Houston, qui Tranquility Base, passo!”
Il lungo giorno era finalmente terminato. Era tempo di tornare a casa, sulla Terra, dove finalmente avrebbero riposato.
Fonte: http://science.nasa.gov/headlines/y2006/19jul_seaoftranquillity.htm
bello !!!! bisogna solo vedere se effettivamente sono arrivati sulla luna ……
Veramente appassionante ed emozionante, come il Tuo sito del resto.
Lo visiterò spesso
Voglio andare sulla LUNA!!!!!!!!!!!!E’ stato bellissimissimissimo!
Ci pensate che bello…andare in vacanza sulla Luna…?Anche se poi da bravi esseri umani quali siamo, la consumeremmo e inquineremmo come stiamo facendo con la nostra amata Terra…A questo punto è meglio che resti inviolata continuando a far sognare tante persone come me…
A proposito, è vero che ogni anno la Luna si allontana da noi di qualche cm?
davvero bello ed emozionante!! dev’essere stata un’esperienza fantasmagorica!!! bel sito…
Avevo allora 16 anni ma il ricordo dell’emozione è ancora vivissimo. Certo, molti dettagli li apprendo solo ora. Mi stupisce che ancora migliaia di “dietrologi” e di “te la racconto io com’è andata” dicano che fu tutto un bluff. Del resto ci sono ancora molte persone che non credono che la terra sia rotonda e credono in Babbo Natale….
Non ho avuto la fortuna di assistere dal vivo all’evento, però mi sono domandato da subito se in quel periodo – in piena guerra fredda – i russi non avrebbero fatto di tutto per screditare i fatti.
@Daniela
E’ vero che la luna si allontana lentamente dalla Terra, a causa delle forze di marea (un effetto della forza di gravità).
Magari ci scrivo un articolo prossimamente 😉
Per niki: ti ricordo che ci devono essere 2 ombre. 1 per la luce dal sole ,e 1 per la luce del sole riflessa dalla terra. io nelle foto vedo 1 ombra e non 2 .
ci sono anche altri particolari.
ognuno crede cosa vuole, senza prendersi gioco di cosa credono gli altri
me re gusto, me parece una exelente idea,,,y muy buenas noticias,gracias por estan en ocntacto conmigo:D
me parece sorprendente asta donde hemos llegado si vieramos y entendieramos que es esto una minima parte de lo que tenemos a nuestro alcance,mi proposito de este comentario es para llegar a conoser mas alla de las estrellas de filmamento y dejarles un saludo de amor y de paz para todos ustedes.
atte.
mario angeli
siempre lo mejor:roll:
Su pagina web me parece interesante y muy buena con sus datos, pero seria bueno que contuviera las opciones de cambiar idioma ya que mucho de nosotros sabemos poco o nada de italiano.
Atte,
Ernesto Montes Racines
Barranquilla, Colombia
Io ricordo benissimo lo sbarco sulla Luna e sono felice di essere vissuto da uomo di cultura in questo meraviglioso periodo storico.
Anche lo sbarco strumentale su Titano è stato, dal punto di vista scientifico, un’esperienza emozionante.
Gianni