
L’emissione radio della nostra stella è fondamentale per comprendere i meccanismi fisici che governano il suo funzionamento. E conoscere il funzionamento del Sole è fondamentale per sapere ciò che succede nelle altre stelle, troppo lontane per poterle esaminare così in dettaglio.
Uno studio pubblicato di recente su Astrophysical Journal Letters condotto da ricercatori dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste, dell’Università di Zagabria e di quella di Atene ha messo in luce l’esistenza di una classe di emissioni radio solari finora sfuggite a ogni rilevazione. Si tratta di segnali radio particolarmente brevi, della durata di alcuni millesimi di secondo, dunque fino a dieci volte più corti dei più brevi impulsi radio finora rilevati. Per tale motivo sono stati denominati Super Short Structure (SSS).
Gli astronomi hanno effettuato le osservazioni tra il 2000 e il 2002 registrando in contemporanea le emissioni solari nella banda di frequenza compresa tra 200 e 450 MHz sia con il Trieste Solar Radio System (TSRS) sia con il radiospettrometro Artemis IV di Atene. Grande merito in questa delicata campagna osservativa va proprio al TSRS, l’antenna da 10 metri installata presso la sede di Basovizza gestita dall’Osservatorio di Trieste, in grado di acquisire le emissioni radio con un dettaglio di solo un millesimo di secondo.
I ricercatori non solo sono convinti che ci troviamo di fronte a una nuova classe di segnali radio provenienti dal Sole e finora mai rilevati, ma che i SSS potrebbero giocare un ruolo molto importante nello studio dei meccanismi fisici che regolano l’attività della corona solare. L’emissione radio SSS, infatti, sarebbe connessa con i brillamenti solari, le gigantesche esplosioni che si verificano sulla superficie del Sole e che gettano tutt’intorno grandi quantità di materia e radiazione.
La speranza, dunque, è che grazie allo studio dei SSS i brillamenti vengano finalmente inquadrati in una teoria completa, in grado anche di descrivere la loro complessa interazione con la corona solare.
Fonte: INAF
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@claudio
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